Un grazie alla Lega dai terroni esentasse

Ogni volta che sento Bossi e i leghi­sti commentare la manovra di Monti tiro un sospiro di sollievo. Non me ne vorranno i lettori e colleghi settentrio­nali, ma quando sento che le mazzate "colpiscono il Nord", io meridionale con l’aggravante di vivere a Roma, mi sento esentato dai sacrifici

Un grazie alla Lega dai terroni esentasse

Ogni volta che sento Bossi e i leghi­sti commentare la manovra di Monti tiro un sospiro di sollievo. Non me ne vorranno i lettori e colleghi settentrio­nali, ma quando sento che le mazzate «colpiscono il Nord», io meridionale con l’aggravante di vivere a Roma, mi sento esentato dai sacrifici.

Non avrò capito bene la stangata, ma si vede che i rincari di luce, gas e benzina, le tasse sulla casa, il veto sul denaro liqui­do, riguardano solo il Nord; c’è una po­stilla in corpo due dove è specificato che tutto si intende a carico della sola Pada­nia.

Allora mi sento felicemente terrone; da noi si può continuare a scialare. A Ro­ma, poi, la Roma ladrona e puttanona, l’immunità è estesa alla popolazione. Al­lora ordino aragoste, mi do alla pazza gioia e canto gli stornelli. Poi sento in che stato versano i romani solitamente caz­zari e sboroni, e come languono i meri­dionali tutti, i poveri perché son poveri, i benestanti perché lo saranno ancora per poco, e penso che la Lega voglia in­fondere ottimismo sotto il Po. Lo fa per coccolarci, a noi del piano di sotto, per­ché ci vuole un bene della madonna. E quel Bossi lì, col suo ditino teso, un gra­zioso vezzo, ci manda sempre un sacco di baci.

Devo a lui la decisiva argomentazione contro il Capo dello Stato: con quel co­gnome lì è terrone, anzi peggio, è napole­tano di nome e di fatto.

Ecco l’argomen­to micidiale per chiedere l’ impeach­ment del presidente: ha il peculato nel co­gnome, la fedina penale macchiata dal­l’estratto di nascita, la cadenza camorri­stica di don Raffaè. Acchiappatelo, gua­gliò.

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