Daccordo la battaglia contro le vuvuzelas. Proteste dei calciatori, denuncia degli otorino, allarme tra i genitori per ludito dei bambini, reazioni della Fifa, difesa del governo di Johannesburg, molto rumore per nulla. Metto da parte, per un attimo soltanto la trombetta: ma le nostre simpatiche bombe carta? E i petardi? E i fumogeni colorati? Dove li o le mettiamo? Quelli sì, sono parte integrante del nostro meraviglioso pubblico, del favoloso dodicesimo uomo, delle curve e dei distinti, dei parterre e delle tribune cosiddette donore. Lallergia alle trombette sudafricane ha preso un po tutti, ha creato già lacerazioni di trachee (miss Yvonne Mayer, ricoverata a Cape Town, dopo una sbornia non di chardonnay o di birra ma per eccesso di vuvuzelas, da due giorni non mangia, da due giorni non beve, da due giorni non parla e questultimo handicap potrebbe suggerirci di proporre le trombette ad alcuni dei commentatori radiotelevisivi del mondiale).
Ma, ripeto, non ho avvertito la stessa sensibilità, non ho registrato le stesse proteste, le stesse scientifiche opinioni degli esperti, in acustica e oculistica, per i botti di casa nostra che sono pericolosissimi, da Paparelli in giù, che, stando ai regolamenti ribaditi e proclamati ad ogni inizio di stagione, sono rigorosamente proibiti e dovrebbero portare alla sospensione della partita su decisione dellarbitro.
Niente, mai accaduto, anzi il petardo fa parte dello spettacolo, si ripete anche dieci volte durante la partita e nessuno fiata mentre lo sciame di calabroni che arriva dal Sudamerica infastidisce.
Radiotifo dice che gli ultras useranno le vuvuzelas per protestare contro la tessera del tifoso, ovviamente verrà usata fuori dagli stadi dove i ribelli si raduneranno disertando le partite. Il tam tam è in circolo da alcune settimane, voi suonate le vostre vuvuzelas e noi spariamo i nostri petardi. Intanto anche il principe William ha voluto provare lattrezzo e le sue gote, già imporporate dalla nascita, sono diventate violacee.
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