Grazie a Messico e Svizzera sorge il grande dubbio: e se fosse una buona Italia?

D’accordo la battaglia contro le vuvuzelas. Proteste dei calciatori, denuncia degli otorino, allarme tra i genitori per l’udito dei bambini, reazioni della Fifa, difesa del governo di Johannesburg, molto rumore per nulla. Metto da parte, per un attimo soltanto la trombetta: ma le nostre simpatiche bombe carta? E i petardi? E i fumogeni colorati? Dove li o le mettiamo? Quelli sì, sono parte integrante del nostro meraviglioso pubblico, del favoloso dodicesimo uomo, delle curve e dei distinti, dei parterre e delle tribune cosiddette d’onore. L’allergia alle trombette sudafricane ha preso un po’ tutti, ha creato già lacerazioni di trachee (miss Yvonne Mayer, ricoverata a Cape Town, dopo una sbornia non di chardonnay o di birra ma per eccesso di vuvuzelas, da due giorni non mangia, da due giorni non beve, da due giorni non parla e quest’ultimo handicap potrebbe suggerirci di proporre le trombette ad alcuni dei commentatori radiotelevisivi del mondiale).
Ma, ripeto, non ho avvertito la stessa sensibilità, non ho registrato le stesse proteste, le stesse scientifiche opinioni degli esperti, in acustica e oculistica, per i botti di casa nostra che sono pericolosissimi, da Paparelli in giù, che, stando ai regolamenti ribaditi e proclamati ad ogni inizio di stagione, sono rigorosamente proibiti e dovrebbero portare alla sospensione della partita su decisione dell’arbitro.
Niente, mai accaduto, anzi il petardo fa parte dello spettacolo, si ripete anche dieci volte durante la partita e nessuno fiata mentre lo sciame di calabroni che arriva dal Sudamerica infastidisce.
Radiotifo dice che gli ultras useranno le vuvuzelas per protestare contro la tessera del tifoso, ovviamente verrà usata fuori dagli stadi dove i ribelli si raduneranno disertando le partite. Il tam tam è in circolo da alcune settimane, voi suonate le vostre vuvuzelas e noi spariamo i nostri petardi. Intanto anche il principe William ha voluto provare l’attrezzo e le sue gote, già imporporate dalla nascita, sono diventate violacee.

Quelli del circolo tennis di Wimbledon hanno annunciato che al primo suono di vuvuzela sulle tribune raffinate del club, scatterà l’espulsione e l’arresto. Non uguale però è la reazione agli urli da paraorgasmo delle giocatrici. Ma questo è un altro discorso. Partiti dalle trombette si arriva al gemito delle tenniste, forse è il tempo di darsi una calmata nel weekend.

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