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Grazie Nilla, hai cantato l’Italia più vera

C’è chi dice che Sanremo entrò nella storia quel 31 gennaio 1958, quando Mimmo Modugno salì sul palco intonando quel «volare oh oh» che cambiò i canoni della canzone, ma così non si rende giustizia alla regina della canzone Nilla Pizzi, che nel ’51 vinse la prima edizione della kermesse con la raffinata Grazie dei fior - piazzandosi anche seconda insieme ad Achille Togliani con La luna si veste d’argento - e l’anno dopo entrò nel libro dei record conquistando l’intero podio grazie a classici del calibro di Vola colomba, Papaveri e papere (che nonostante i presunti riferimenti sardonici alla Dc è una canzoncina che ha venduto 75mila copie), Una donna prega. Nata a Sant’Agata Bolognese nel 1919, simbolo della scuola tenorile del belcanto, è considerata la vestale del tradizionalismo pur essendo artista incline al nuovo e all’internazionale. Farà sorridere i giovani, ma il suo stile franco e diretto, senza i fronzoli di tanti interpreti all’italiana, è un inedito mix di sentimentalismo e humor che non tutti capiscono. Inizia a cantare nel ’40 per le Forze Armate, e due anni dopo sbaraglia 10mila concorrenti nel concorso Voci Nuove dell’Eiar. L’occhio attento del maestro Cinico Angelini non se la lascia sfuggire, portandola al successo nel ’44 con brani come Alba della vita, Quel mazzolin di fiori, Serenata delle serenate, tango-habanera di Bixio Cherubini. Ma il fascismo la emargina; poco machismo e troppa satira nei suoi brani, e poi quanta esterofilia in Three caballeros o Mio sueno azul. Dopo il regime la Pizzi esplode sul mercato discografico e prende le sue rivincite: lotta col duo Fasano a colpi di swing, canta Johnny Guitar, When the Saints e i ritmi latini e intanto conosce il trionfo mondiale con L’edera. Con l’avvento delle urlatrici e col ’68, Nilla diventa «un archetipo da abbattere», ma torna ciclicamente con voce prodigiosamente longeva.

Nell’81 presenta il Festival, nel 2001 rilegge Grazie dei fior in rap e riceve da Ciampi la nomina a Grande Ufficiale della Repubblica, l’anno scorso è salita sul palco del Festival duettando con Carmen Consoli. E, se la morte non l’avesse colta ieri in una clinica di Milano a 91 anni, avrebbe ultimato il suo nuovo album di canzoni inedite, cui lavorava da tempo.

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