Grazie, ma non è ancora una svolta

No. Non voglio parlare di svolta del campionato. Nooo. Non voglio nemmeno parlare della nostra porta inviolata. Nooo. Non voglio neppure guardarmi alle spalle. Ho somatizzato i 3 punti e la doppia cifra in classifica. Ci vuole un grazie. A Cairo, per aver resistito alla tentazione di cacciare De Biasi. Al mister, per aver restituito al Toro il carattere e la grinta che sembravano smarriti. Ai giocatori del Toro, per aver dimostrato di avere gli attributi e di meritarsi quei colori. E ai ragazzi della curva per non aver mollato mai, neanche stavolta. Tanta roba, anche se l’ottimista che convive in me se l’aspettava. Note dolenti: confermo la mia sensazione su Moggi. È vivo e lotta insieme ai gobbi. Altrimenti non si spiegherebbe l’ennesima regalia arbitrale alla decrepita Signora sul rigore sbagliato da Iaquinta (mentre il mani bianconero in area del Chievo è stato velocemente archiviato) e soprattutto l’accanimento contro le maglie granata (4° gol annullato, tutti sullo 0 a 0) che puzza di complotto. Ormai siamo diventati tutti specialisti di «tronco corporeo», «linea della palla», «ombra tra i giocatori», ecc. Tutte seghe per giustificare abbagli su abbagli di arbitri e assistenti, che valgono solo contro di noi.

Obbligatorio stare all’occhio e non smetterla di farsi sentire nella stanza dei bottoni. Ancora più importante finirla con la mania di resuscitare squadre zombie. Domenica al Massimino ex Cibali vorrei qualcosa di clamoroso. Allora sì. Sìì. Sììì.

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