Cronache

«Grazie Silvio perché ci hai insegnato a lottare per gli ideali»

Ecco, è successo. Il tiranno se ne è andato. Senza l’uso delle armi, senza finire appeso a piazzale Loreto, solo con un gruppetto di romani sputacchianti ed insultanti. Che cosa rimane dopo 17 anni di atroce tirannia, dopo il «secondo peggior ventennio della storia patria», come ho letto da qualche parte?
Per me, assolutamente berlusconiano da prima del primo giorno (in quanto milanista!) rimane innanzitutto un senso di vuoto, direttamente proporzionale al senso di malata ed isterica euforia del popolo viola e, in modo solo lievemente più pacato, del popolo rosso. Innanzi tutto, sono grato a Berlusconi per essere sceso in campo in quell’ormai lontano ’94. Per avere impedito alla gioiosa macchina da guerra capitanata da Achille Occhetto di prendere facilmente il potere, dopo avere distrutto per via giudiziaria tutti gli avversari (perché, si sa, a loro piace vincere facile, o senza avversari o non passando per le urne).
Da allora, ha creato in Italia la consapevolezza dell'esistenza di un popolo di centro-destra, un popolo che prima semplicemente non esisteva, avendo come unica rappresentanza nella Prima Repubblica un inutilizzabile Msi, una parte della Dc assolutamente affogata in un contenitore omnicomprensivo, e un insignificante Pli, privo di qualunque peso politico.Da allora un non-sinistro come me ha saputo dove guardare, ha trovato prima in Fi, poi nel Pdl, un partito di riferimento i cui valori ideali e fondanti davano voce a chi non fosse e non sia permeato di «kultura» marxista o da essa derivante.
Un esempio per tutti: ricordate, in epoca pre-berlusconiana, che cosa si associava naturalmente ai concetti, di Patria, Bandiera, Inno nazionale? Il termine più utilizzato e buono nei confronti di chi provasse sentimenti positivi a tal proposito era «fascista carogna, torna nella fogna!». Oggi tutti in piedi cantano compunti l’inno, a squarciagola, addirittura i calciatori hanno imparato le sue parole, e le bandiere italiane non spuntano fuori solo per le partite della nazionale. I 150 anni sono stati incredibilmente una festa di popolo. La vulgata racconta che tutto questo sia stato merito di Ciampi, ma certamente parte dal berlusconismo, dal fatto che esprimere concetti di centro-destra diventò dal 94 finalmente possibile, senza fare i carbonari.
Un altro punto, per me tutt’altro che scontato: Berlusconi ha dimostrato che anche un non-politico può provare a fare sconquassi nella torre d'avorio. Inevitabilmente essendo dileggiato e respinto dai membri della Casta, ma dando una speranza a chi nella Casta non è di poter un giorno dire la sua. Paradossalmente, l'esperienza Berlusconi ha aperto la via, in forme e modi clamorosamente diversi, alle speranza di oggi dei vari Grillo, Di Pietro, Renzi.
Ancora. Non esprimendo alcun giudizio di merito su storie giudiziarie che non conosco e che sono in corso, ritengo che un altro aspetto non secondario sia la sua pervicace e, fino ad oggi, totalmente infruttuosa, lotta senza confine contro lo strapotere della Magistratura. Il punto di partenza (le sue presunte colpe di ogni ordine e grado) ovviamente ha oscurato la validità della battaglia, che invece è un’enorme battaglia di civiltà e per il bene del cittadino comune. La barbarie dell'intercettazione telefonica preventiva ed a tappeto credo non abbia paragoni in altri paesi del mondo, se si eccettuano Cuba, la Corea, la Cina, l’Iran e poche altre nazioncine.
In tutti questi anni, sotto la guida di Berlusconi, il centro-destra è riuscito anche a schierarsi in maniera per i miei gusti perfetta su alcuni temi molto difficili, quali la centralità della famiglia, quella tradizionale e considerata dagli «altri» molto arcaica e superata, cioè quella squallidamente composta da un padre, una madre e qualche figlio. Un argomento scontato? No, una battaglia continua e per nulla ancora vinta. Come tutta da combattere rimane la difesa del bimbo concepito, la difesa strenua dell'anziano morente, contro la faciloneria dei sostenitori dell'eutanasia.
Sembra poco? A me pare quasi tutto. E spero fortissimamente che, al di là delle opinioni tattiche sul pro e contro Monti di questi giorni, si sappia gestire l'eredità-Berlusconi, mantenendo forte e coeso un fronte alternativo alla sinistra, che si estrinsechi non necessariamente tutto in un unico partito, ma che faccia fronte comune sui valori fondanti di un pensiero libero, antimarxista, antistatalista, vicino alle esigenze dell'individuo, delle piccole imprese, delle start-up, dei giovani che vogliono lavorare.
Se questo fronte esisterà, continuerò ad esprimere nell'unico modo possibile il mio parere, facendo la sola cosa che mi è concessa.

Mettere una X su una scheda elettorale, vicino ad un simbolo che non abbia mai nulla di rosso. E per tutto questo, il giorno dopo l'addio del tiranno, senza più alcun timore di essere accusato di captatio benevolentiae, scrivo e gridandolo forte: grazie Silvio!

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