Grecia, la Bce ferma il ballo dei sirtaki-bond

La Bce riapre oggi i rubinetti. Un’altra pioggia di miliardi, dopo quella del dicembre scorso, da canalizzare verso le banche. Tanti quattrini: le stime parlano di una cifra vicina ai 470 miliardi contro i 490 circa dell’asta precedente. C’è chi, come il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, si augura che tanta liquidità venga messa al servizio dell’economia reale; e c’è invece chi, come l’ex ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, storce il naso («è una follia, così si regalano i soldi»). Una cosa è però sicura: l’istituto centrale guidato da Mario Draghi non accetterà i bond greci come garanzia per accedere ai prestiti della banca centrale. Un paletto in più rispetto alla maxi-operazione di rifinanziamento di fine anno.
La decisione segue il downgrade del rating ellenico deciso lunedì sera da Standard&Poor’s (taglio a «SD», vale a dire «insolvenza controllata»), ma la Bce ha subito precisato che il divieto è legato alla procedura di ristrutturazione dei sirtaki-bond che dovrebbe portare a un alleggerimento di circa 100 miliardi di euro del debito ellenico. Il blocco è comunque temporaneo: entro marzo, una volta entrato in vigore il programma dell’Eurozona che fornisce garanzie supplementari per assicurare l’istituto di Francoforte contro le perdite, verrà rimosso. Insomma, un atto dovuto a scopo precauzionale, che potrebbe però mettere in difficoltà le banche che speravano di poter utilizzare come collaterale proprio i titoli ellenici. Un ostacolo che non incontreranno invece le banche coinvolte nell’accordo di swap, cui sarà ancora permesso prendere in prestito denaro dalla propria banca centrale nazionale.
Tutte le carte sono dunque sul tavolo, e ora si tratta di vedere quale sarà il livello delle adesioni. Ad attendere con grande interesse l’esito dell’asta sono i mercati, ieri resi nervosi dalla bocciatura di S&P e poi salvati dalla crescita oltre le attese della fiducia dei consumatori Usa. Milano ha così guadagnato lo 0,23%, rialzi frazionali hanno interessato anche le altre Borse con l’eccezione di Atene, crollata del 4%. La notizia positiva è tuttavia arrivata dall’asta dei Btp con la quale il Tesoro ha collocato titoli a 5 e 10 anni per 6,25 miliardi. Ancora una volta, i rendimenti sono calati: per i Btp scadenza 2017 sono scesi dell’1,20% al 4,19%; per quelli con scadenza al 2022, si sono abbassati dello 0,58% al 5,5%. «I risultati delle aste ci danno segnali di normalizzazione», ha commentato il viceministro all’Economia, Vittorio Grilli.
È un buon segno, nonostante il dossier Grecia sia ancora ben lontano dal punto di svolta. Oggi il premier ellenico, Lucas Papademos, sarà a Bruxelles su invito del presidente della Commissione Ue, Jose Manuel Barroso, per fare il punto prima che inizi il Consiglio Ue di giovedì e venerdì.

Intanto, mentre l’Irlanda ha deciso di sottoporre a voto referendario il Patto di bilancio Ue (il cosiddetto fiscal compact), il Portogallo ha superato l’esame della troika Ue-Fmi-Bce: gli obiettivi di bilancio 2012 «restano raggiungibili».

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