I campioni d’Europa salutano il campionato europeo. Tre reti subite e un triste numero zero nella casella «reti fatte» escludono la Grecia dai giochi dopo solo due incontri.
Prima ancora di una partita di pallone, Grecia-Russia era la sfida tra due vecchie volpi della panchina. Era la sfida a scacchi tra Otto Rehhagel e Guus Hiddink, gli unici due ct «stranieri» di questo torneo: ha osato di più Rehhagel, stravolgendo modulo e formazione della sua Grecia, ma a portare a casa la vittoria è stato Guus Hiddink, che dopo aver eliminato l’Italia ai mondiali nippo-coreani, si è tolto lo sfizio di mandare a casa anche i campioni continentali in carica.
C’è il rischio di non riconoscere questa Grecia, così diversa da quella vista all’esordio contro la Svezia, così diversa da quella squadra campione d’Europa della spedizione portoghese di quattro anni fa. Saranno state le critiche ricevute dalla stampa di casa, sarà stato il profumo di sfida con il giramondo ct Guus Hiddink, sarà stato il disperato bisogno di una vittoria per il prosieguo del cammino continentale dopo la sconfitta della Svezia, fatto sta che Otto Rehhagel sconvolge completamente formazione, modulo e tattica: fuori Antzas, Karagounis e Gekas, un difensore, un centrocampista e un attaccante, per passare dal soporifero 5-3-2 visto qualche giorno fa, a un più «vivace» 4-3-3 con Charisteas e Amanatidis liberi di svariare alle spalle della punta Liberopoulos. Ma, come da formuletta matematica, invertendo l’ordine dei fattori il risultato non cambia: la Grecia proprio non è una squadra che possa impostare una partita d’attacco e l’addio al catenaccio non dura più di una ventina di minuti. Venti minuti dove la Grecia prova a cambiare il proprio marchio di «fabbrica», pressando alto con le tre punte, ma negli ampi spazi lasciati in difesa da Dellas e compagnia, gli avanti russi Zyryanov e Pavlyuchenko si infilano e sguazzano in libertà, fino a trovare il gol del vantaggio, in comproprietà con l’uscita a farfalle dell’esperto portiere greco Nikopolidis, complice senza volerlo dell’uno a zero russo: Zhyrkov crossa dalla sinistra, Nikopolidis si ferma a guardare la rovesciata di Semak che serve a Zyryanov una palla che chiede solamente di essere buttata dentro.
Nella ripresa entra Karagounis, Rehhagel gli consiglia di tirare da qualsiasi posizione, lui lo fa in almeno tre occasioni, ma la mira non gli dice mai bene: risultato, la Russia mette paura in contropiede, non chiude la partita, ma la buona stella della Grecia è rimasta a brillare in Portogallo.
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