A meno di improbabili ribaltoni, sarà Francesco Greco il prossimo procuratore della Repubblica di Milano. Oggi la commissione incarichi direttivi del Consiglio superiore della magistratura ha finalmente affrontato il nodo della guida di uno degli uffici giudiziari più delicati del paese, senza titolare ormai da cinque mesi, cioè dal giorno del pensionamento di Edmondo Bruti Liberati. E, come previsto, la candidatura di Greco - oggi procuratore aggiunto nel capoluogo lombardo, alla guida del pool reati finanziari - ha raccolto un consenso così vasto che difficilmente potrà venire ribaltato tra poche settimane, quando la pratica arriverà al plenum del Csm. Greco ha raccolto tre voti. Un solo voto è andato a Giovanni Melillo, oggi in servizio al ministero della giustizia, e un solo voto anche ad Alberto Nobili, pm a Milano. Zero voti, ed uscita di scena definitiva, per tutti gli altri aspiranti: tra i quali spicca il nome di Ilda Boccassini, oggi a capo del pool antimafia milanese. Per la Boccassini era l'ultima occasione di candidarsi alla guida di un ufficio.
A favore di Nobili ha votato Claudio Galoppi, esponente della <destra> di Magistratura Indipendente; a favore di Melillo la consigliera laica di Forza Italia Elisabetta Casellati; mentre su Greco si è concentrato l'appoggio dei laici di sinistra (Paola Balducci) e dei magistrati progressisti (Aschettino e Fracassi).
Con la pole position di Greco, la Procura milanese si avvia verso un futuro di continuità con la gestione di Bruti Liberati: anche Greco, come il suo predecessore, è un esponente storico di Magistratura Democratica, ed è stato tra i principali sostenitori di Bruti nello scontro che lo ha opposto l'anno scorso al procuratore aggiunto Alfredo Robledo. La linea di chi (come il primo presidente della Cassazione, Canzio) premeva per una svolta che portasse a Milano un magistrato estraneo alle dinamiche locali è stata sconfitta.
A favore di Greco, oltre alle alchimie politiche e di corrente, ha certamente giocato la sua profonda conoscenza della procura di Milano, riassunta in un documento programmatico dettagliato e approfondito che ha favorevolmente impressionato i membri del Csm nel corso delle audizioni della settimana scorsa.
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