Greenaway a Genova sposa scienza e arte

Luisa Castellini

da Genova

Genova si emoziona a veder scendere dalle scale del proprio Museo d’arte contemporanea un trio d’eccellenza. Gli occhi sono tutti puntati su un distinto gentleman del Galles, il geniale regista cinematografico Peter Greenaway e su Saskia Boddeke, regista d’opera e di teatro. Accanto Andrea Liberovici, che li guida per presentare in anteprima assoluta - nell’ambito del Festival della Scienza - il progetto The Children of Uranium, realizzato grazie a Erg, Amiu e Amga. Gli eleganti spazi dell’ottocentesca Villa Croce sono il teatro ideale per uno spettacolo «volutamente complesso», come sottolinea lo stesso Greenaway, ove le voci e i movimenti d’attori, ballerini e cantanti si compenetrano con immagini e musiche, in una fusione perfetta di teatro, installazione e performance.
Medium espressivi diversi e tecnologia si uniscono per dar vita a un progetto ove il rapporto tra scienza e arte torna a essere di continuità, com’era anticamente, «basti pensare a Leonardo da Vinci», continua Greenaway. Ma chi sono i figli dell’uranio? Tutti noi lo siamo: l’uomo gode ogni giorno dei benefici della scienza e del progresso ma allo stesso tempo ne è vittima. L’uranio è il simbolo di questa dicotomia: la sua scoperta e le sue applicazioni in campo bellico hanno segnato irrimediabilmente la storia dell’uomo che, da Hiroshima in poi, non può ignorarne l’esistenza ed evitare di accusarne, più o meno consciamente, la minaccia. All’uomo contemporaneo - vittima e carnefice - è dunque dedicato questo viaggio, che inizia con la salita - fisica ma anche metaforica - della scalinata del museo, sulle cui pareti sono vergate in oro, con splendida calligrafia, le cifre degli elementi della tavola atomica. Il percorso è segnato da diverse «stazioni», ovvero dalle stanze in cui si muovono i personaggi che hanno traghettato l’uomo nell’era del nucleare. Isaac Newton, padre della scienza moderna e Joseph Smith, fondatore della chiesa dei mormoni. Madame Curie, unica donna e prima vittima delle radiazioni. L’artefice della prima bomba atomica Oppenheimer e tre leader politici: Krusciov, Gorbaciov e George W. Bush.
Anche Eva - la tentazione della conoscenza - si aggira fra le sale, mentre i protagonisti dello spettacolo si mostrano senza falsi pudori, tra orgoglio e incertezze, desideri e ossessioni, a formare un vero tableau vivant.

Immagini, colori, voci e suoni pulsano all’unisono nelle stanze di Villa Croce, aperte per il pubblico da domani a lunedì (dalle 18 alle 22) e dall’11 novembre al 18 dicembre (con orari diversificati) per uno spettacolo che vuole essere spunto di riflessione e dibattito.

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