Il petrolio continua a rimanere sopra i 70 dollari al barile ma lOpec sembra ancora una volta intenzionata a rimanere ferma. Il cartello dei Paesi produttori, che fornisce il 40% delloro nero al pianeta, non dovrebbe infatti mettere mano alle quote produttive, lasciandole invariate a 28 milioni di barili al giorno. La decisione sarà presa giovedì prossimo al vertice in calendario a Caracas, ma ad anticipare lorientamento dei «signori del petrolio» è stato sabato scorso il ministro iraniano, Kazem Vaziri-Hamaneh, secondo il quale non esistono ragioni per intervenire sulla produzione. Sulla stessa linea anche Algeria e Indonesia. Venerdì il barile di greggio ha chiuso a New York a 71,37 dollari (negli scambi dei contratti con consegna prevista per luglio) con un rincaro di 5 centesimi. La scorsa settimana le quotazioni sono salite del 3% con prezzi che segnano un aumento di circa il 40% rispetto ai livelli di un anno fa. A spingere il greggio giocano da mesi più le tensioni speculative legate ai timori sulla situazione geopolitica - prima tra tutte, negli ultimi tempi, la questione nucleare di Teheran - rispetto ai fondamentali del mercato.
Sul fronte della domanda e dellofferta il mercato sarebbe infatti ben rifornito, fanno notare alcuni analisti del settore sottolineando che gli attuali prezzi del petrolio non si giustificano quindi con carenze di offerta o particolari allarmi sul fronte della domanda.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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