Ho letto, con infinito godimento, un articolo su Repubblica (edizione ligure di domenica 7 novembre) di tal Vittorio Coletti (mi dicono persona intelligente e professore di lusso), a cui pare (leggendo il suo passo) non vada mai bene niente del nostro vivere quotidiano.
Curiose riflessioni le sue: gli dà fastidio che al bancomat della sua banca ci siano messaggi pubblicitari, gli dà fastidio che Isoradio trasmetta tante notizie (per lui solo di taglio «berlusconiano», ahi, ahi...) qui casca il primo asino. Mai saputo che «la nebbia fra Barberino di Mugello e Ronco Bilaccio fosse... berlusconiana!». Gli dà fastidio soprattutto (e qui il mio godimento sale alle stelle) che quando entra nel suo bar di via XX a prendere il caffè trova sempre il quotidiano Libero o, addirittura il Giornale (orrore!). E non basta: gli dà fastidio anche che nel bar ci sia la tv accesa e che, magari, appaiano o Fede o la De Filippi e infine gli dà fastidio anche la vocina della ragazzina che promuove Tim...
Ma chi è questo «insofferente» Vittorio Coletti? Mi sembra uno di quei vecchietti «centenari» che, in casa, sono sempre seduti su una sedia (non a rotelle per ora), che criticano tutto e tutti (noi genovesi diciamo «mugugnano»): (...)
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