«Tutti gli uscenti saranno riconfermati», aveva annunciato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sbrogliando lintricata matassa della presentazione delle liste per le ormai imminenti elezioni. Poi si fanno due conti e in Liguria si scopre che ci sono più aspiranti che posti disponibili, con tre senatori uscenti di Forza Italia. Tutti però entreranno a far parte della lista azzurra, almeno questo assicura Luigi Vitali, sottosegretario alla Giustizia, che ieri a Genova si è visto costretto a parlare più di «legge salva Previti» che di elezioni. «Quello dei tre senatori uscenti è problema che non esiste - spiega - visto che si libereranno posti nelle liste della Toscana e dellUmbria». Come dire, qualcuno dovrà traslocare, ma del resto Forza Italia non vuole compiere alcun passo falso «Perchè abbiamo bisogno di politici esperti, soprattutto in regioni come queste in cui il partito è storicamente non radicato». Nessun problema anche per il senatore Grillo: «Il primo posto per il Senato è assolutamente suo - conferma il coordinatore metropolitano di Forza Italia Roberto Cassinelli - a meno che non sia lo stesso Grillo a fare una scelta diversa. E anche in caso di eventuali problemi giudiziari la nostra posizione non cambierà di una virgola visto che siamo garantisti». Inevitabile, l'argomento «giustizia». Intorno al tavolo i direttori delle testate genovesi e delle emittenti locali. «Modificare una legge solo per interesse di un singolo - continua Vitali - è solo stato uno slogan creato ad arte. In questi anni abbiamo rinnovato il diritto societario, modificato la procedura civile, stabilizzato il regime della legge 41 bis e le commissioni hanno lavorato per la modifica del codice penale che comunque presenteremo». Fa discutere lex legge Cirielli, incalzano i giornalisti che danno il via ad un vero e proprio processo, «limpossibilità, per laccusa, di rivolgersi in appello in caso di assoluzione dellimputato», il tema più caldo. «La legge dice - spiega Vitali - oltre il ragionevole dubbio e se limputato viene assolto in primo grado il dubbio cè».
«In questo modo la Cassazione si troverà ad affrontare molti più casi di quelli attuali, con una mole di lavoro insostenibile», la risposta del direttore di Telenord, Paolo Lingua.
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