Leggi il settimanale

Grillo ride alla faccia (insanguinata) del Cav

RomaL’aggressione di Massimo Tartaglia al premier, colpito al volto da una riproduzione del Duomo di Milano? «Può valorizzare dei monumenti dimenticati». Così l’ex comico, blogger e neo-politico Beppe Grillo commenta il ferimento di Berlusconi in una lunga intervista raccolta da Luca Telese sul Fatto quotidiano ieri in edicola. Ma l’analisi dell’attacco del 42enne squilibrato a Silvio Berlusconi da parte di Grillo non finisce qui. Il fondatore di meet-up e movimento Cinque Stelle, che correrà alle prossime regionali, va avanti, spiegando: «La Mole Antonelliana, tirata in un certo modo, può lasciare dei segni importanti. L’Acropoli, per dire, può disegnare un profilo greco». Forse è per questo, un sussulto di prudenza, che ultimamente Grillo invita tutti a mettersi l’elmetto.
E a condire il tutto, altri giudizi profondi e ragionati. Il premier? «Lo psiconano è di una tristezza infinita, un vecchio». E dunque perché non cazzeggiare sul suo ferimento, invece di esprimere solidarietà? La solidarietà - mancata - diventa semmai lo spunto per un’altra battutona: mandargli un messaggio? «Ero tentato. Ma poi mi sono ricordato che lui ha Bondi che gli scrive poesie d’amore... Va bene così». D’altra parte, già nel suo «messaggio di fine anno» Grillo aveva riservato qualche attenzione al premier, definito «il più grande psicolabile che abbiamo», augurandosene «l’internamento» nel 2010, in un video segnato dall’auspicio che quest’anno i tetti non siano occupati da chi protesta, ma dagli elicotteri che portano via i politici al solito grido reso celebre dal V-day.
Viste le premesse, il titolo dell’intervista («hanno paura folle di noi») acquista una sinistra ragionevolezza. E mette in secondo piano la distrazione di Grillo su certi temi che riguardano il suo movimento politico. L’ideatore del V-day ricorda che i suoi candidati correranno in cinque regioni, «perché qui è tutto autofinanziato e di più non ci potevamo permettere». Manco una mezza parola sul «caso Liguria», dove il locale meet-up poche settimane fa ha espresso il proprio dissenso verso il comico che aveva bocciato il candidato individuato con le primarie e intimato alla lista di non presentarsi. Scelte che «hanno come primo risultato un’incrinatura nella credibilità del personaggio per la dimostrata sua palese non consistenza con quanto predicato da anni», scriveva a fine dicembre il «meet-up Beppe Grillo Genova», amareggiato per il finale per nulla lieto. Anzi, sulla Liguria Grillo qualcosa dice, ma non è chiaro se è un riferimento indiretto a quell’episodio: «Pensa, un giorno ci siamo ritrovati un meet-up messo su da gente di Scajola!».
Poi null’altro, anzi, accanto alla simpatica ironia sui souvenir da lancio, Grillo batte con apparente convinzione sul tasto della democrazia diffusa nel suo movimento, un concetto a dire il vero messo ultimamente in dubbio anche in Emilia-Romagna, dove la base ha accusato il comico genovese di aver imposto dall’alto un suo candidato, già eletto in consiglio comunale pochi mesi fa. Lui le polemiche le dribbla, e, almeno a parole, si definisce uno tra tanti nell’onda che lui stesso ha fatto nascere. Un movimento dove, argomenta con trasporto, «ognuno conta uno», «tutti propongono tutto». «Noi siamo un movimento dal basso», insiste, «decide chiunque si iscriva», e «c’è un non-statuto straordinario: democrazia pura». Sarà, tanto che pur vaticinando un futuro sbarco in Parlamento delle «Cinque Stelle», Grillo assicura che non sarà lui il candidato premier, in quanto «Grillo (spiega lui stesso parlando in terza persona, ndr), ha sessantadue anni e un processo senza Lodo, quindi è ineleggibile».

Intanto le ferite di Berlusconi sono fonte d’ispirazione anche per la penna del fondatore di Repubblica, Eugenio Scalfari, che nell’editoriale di ieri avverte il premier della «somma inopportunità» di incentrare le prossime regionali «sulla propria effigie coperta di sangue» dopo l’«attentato» - scritto tra virgolette - di piazza Duomo. Questo, prevede però Scalfari, non avverrà. E il volto ferito di Berlusconi, a suo dire, sarà «un colpo d’accetta su un confronto politico normale».

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica