Grillo sbeffeggia l’addio di Mastella con una poesia

La poesia «In morte del fratello Clemente», liberamente tratta dalla lirica di Ugo Foscolo «In morte del fratello Giovanni», è stata pubblicata da Beppe Grillo sul suo blog dopo la decisione di Clemente Mastella di non ricandidarsi alla prossime politiche. Ieri il comico genovese, che Mastella aveva minacciato di querelare per i continui attacchi dal blog, ha dedicato al leader dell’Udeur la poesia che recita così: «Un dì, s’io non andrò sempre fuggendo di partito in partito, me vedrai seduto su la tua pietra, o fratel mio, gemendo il fior dè tuoi gentil anni caduto. La Madre or sol suo dì tardo traendo parla di me col tuo cenere muto, ma io deluse a voi le palme tendo e sol da lunge i tetti di Ceppaloni saluto. Sento gli avversi numi, e le secrete cure che al viver tuo furon tempesta, e prego anch’io nel tuo porto quiete. Questo di tanti voti oggi ti resta! Gentil Clemente, almen le ossa rendi allora al petto degli italiani mesti». Il testo di Grillo è completato da un lungo elenco di note ironiche dove si spiega che «l’autore, con sottile eufemismo, si riferisce alla morte politica dello statista italiano Clemente Mastella (Ceppaloni 5 febbraio 1947, vivente)».

«La poesia - spiega ancora Grillo - è attribuita al famoso compagno di merende Pier Ferdinando Casini («Ferdy») che ha condiviso le battaglie politiche di Clemente Mastella («Clem») per decenni». «Le ossa - conclude Grillo nelle sue postille - sono in realtà i famosi torroncini natalizi autoprodotti da Mastella con i soldi del finanziamento pubblico al suo partito. Tutti gli italiani ne vorrebbero un etto».

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