Prima di entrare in tribunale ha cercato di intervistare Calisto Tanzi, ma lex patron del gruppo di Collecchio non cera. Eppure Beppe Grillo (nella foto) si era recato là con tanto di troupe televisiva, cosa che ha indispettito il legale del cavalier Tanzi che in aula ha stigmatizzato il comportamento ma è stato richiamato dal giudice: «Non ci occupiamo di ciò che avviene fuori da qui».
E fuori dallaula si era invece concretizzato lennesimo show del comico genovese che ha criticato la Consob e la Borsa italiana responsabili, a suo dire, dei mancati controlli che sono alla base del crac del 2003. «Negli Stati uniti se fai una cosa così ti becchi 25 anni di carcere», ha detti Grillo ai giornalisti. Poi ha taciuto un attimo e ha rincarato: «Bisogna risarcire le mucche». Secondo Grillo, il crac Parmalat sarebbe nato da «una allucinazione» messa in piedi dai dirigenti di Collecchio e dalle banche.
«Avevo appena terminato uno spettacolo al Palazzetto dello Sport di Parma, dove parlavo di economia e bilanci, soprattutto di Fiat-Telecom. Più tardi andai a cena con un ex dirigente di Parmalat, il dottor Barili (Domenico, ex direttore marketing della multinazionale, ndr), che mi disse: Hai parlato di Fiat e Telecom, ma non di Parmalat che in un regime di economia normale, in un paese normale, sarebbe fallita» ha spiegato Grillo in avvio della sua testimonianza di fronte al tribunale per il processo Parmalat.
Lo spettacolo a cui ha fatto riferimento si tenne tra laprile e il maggio 2001.
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