da Milano
Il governo frena loperazione Autostrade-Abertis? Il presidente Gian Maria Gros Pietro nega e sdrammatizza: «Il ministro delle Infrastrutture non ci ha ordinato uno stop - ha detto, riferendosi alla richiesta del neotitolare del dicastero, Antonio Di Pietro, di prendere in considerazione un differimento dei tempi dell'integrazione con la società spagnola -. Ha detto, e mi sembra quanto mai legittimo, che il governo vuole essere in grado di valutare attentamente l'operazione. Quindi - ha aggiunto - abbiamo trasferito all'Anas tutte le informazioni che ci sono state richieste».
E anche Abertis non intende modificare la tabella di marcia prestabilita, confermando la data del 30 giugno per lassemblea straordinaria degli azionisti. Stessa data, molto probabilmente, per lassemblea di Autostrade.
Dal canto suo, Di Pietro, pur ringraziando il consiglio damministrazione di Autostrade per i chiarimenti, difende la sua iniziativa: «Lo Stato può e deve intervenire» su Autostrade, che «vivono di concessioni governative: non si può quindi parlare di concorrenza e di mercato», scrive in un commento pubblicato sul suo sito. E conclude: «Le autostrade sono un bene primario, fondamentale per lo sviluppo del Paese, non possiamo permetterci nè la cessione della loro proprietà a società straniere, nè una mancanza di rispetto degli investimenti programmati». Sul tema investimenti, è intervenuto lo stesso Gros-Pietro: Autostrade, considerata da sola, ossia senza la fusione con Abertis, avrebbe una capacità di investimenti pari a 3,5 miliardi di euro, tra il 2006 e il 2014, oltre a quelli già programmati dalla società. Nello stesso periodo, il gruppo nato dalla fusione con Abertis (a cui è favorevole la Ernst & Young spagnola) avrà invece una capacità di investimenti, in Italia, Francia e Spagna pari a 15 miliardi di euro oltre a quelli già programmati.
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