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Grosso guarda alla finale «Serve l’ultima impresa»

Del Piero: «C’era tanta rabbia nella mia esultanza». Totti: «Grazie a Lippi, ha creduto nel mio recupero»

nostro inviato a Dortmund

La forza del gruppo e la voglia di crederci fino in fondo. Gli umori neri che arrivano dall’Italia trasformati in energia da bruciare. Come singoli e come squadra. Su questi spartiti suonano le dichiarazioni degli azzurri dopo l’impresa di Dortmund. Fin dall’attacco di Fabio Grosso, l’autore dell’1-0. «Ci meritiamo questa finale. Siamo stati capaci di andare contro tante situazioni difficili. Questa vittoria scavalca tutti i problemi. E resterà come il “nostro” Italia-Germania. Una dedica? A mia moglie e a mio figlio che nasce fra due mesi». Intanto si è scatenata la festa degli azzurri nella pancia dello stadio di Dortmund, mentre Jurgen Klinsmann cerca di consolare i suoi in lacrime. È stata una battaglia. «Sì ma anche una partita corretta - aggiunge lo stesso Grosso - con grandi giocatori che si sono rispettati dal primo all’ultimo minuto. La finale? Speriamo di realizzare un’altra splendida impresa. Non ho preferenze sull’avversario, Francia o Portogallo, sarà comunque molto difficile. Ma la vittoria di stasera ci dà ulteriore consapevolezza».
Da Grosso a Del Piero, suo il colpo felpato che ha chiuso i conti. Il colpo del ko. Non in una porta a caso. «Ho segnato nella stessa porta del 13 settembre 1995, mia prima rete in Champions. Ho creduto in quel pallone profondo, ma è stato bravo anche Gilardino». Alex indossa, sotto la casacca azzurra, una maglietta con dedica a Gianluca Pessotto. «Forza Pessottino, non mollare. La Juve in C? Ci penso da lunedì perché mi manca solo la coppa del mondo e la voglio. Certo in quest’Italia ci sono tanti bianconeri e per la Juve è una rivincita». E allora forse in quella esultanza che sapeva di sfogo dopo il 2-0 non c’era solo gioia? «Diciamo che è uscita più rabbia che felicità. Ci sono molte cose di cui non è il momento di parlare. E i gol esaltano queste cose. Ma ora continuo con l’impegno di sempre».
Insomma, c’è davvero anche un po’ di rivincita degli juventini in questo successo? Gigi Buffon non la vede così. «Siamo qui per la nazionale, non per la Juve, anche se abbiamo preso atto di quanto accaduto. Questa vittoria è una gioia per i tifosi, per gli italiani in Germania, sì. Però, scusate l’egoismo, è una festa soprattutto per noi. Ora comunque siamo già concentrati sulla finale. Francia o Portogallo vedremo, spero solo che si stanchino tanto entrambe».
Sfilano gli altri azzurri. «Il nostro segreto? All’80 per cento il gruppo. E Lippi è bravo a tenerci sotto pressione, senza svelare mai chi giocherà», giura Gilardino. ««La finale sembrava un sogno lontano, ma poi qui si gioca di frequente e non hai tempo di pensare» spiega Toni. Chiude Francesco Totti. «Ringrazio Lippi, ha creduto nel mio recupero e ora andiamo insieme a Berlino. Il finale della partita? Alla traversa di Zambrotta ho pensato “qui si mette male” e quando Grosso ha segnato stavo già immaginando al rigore. Siamo una squadra che ci crede fino alla fine.

E vincere è più bello contro tutto e tutti».

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