«Vere e proprie carrette del cielo senza tagliandi di controllo. Sali su uno di questi bimotore e preghi che non succeda niente di grave, anche se le possibilità sono altissime». Davide Virardi, un avvocato di Milano racconta quello che ha visto più e più volte con i suoi occhi andando allarcipelago di Los Roques, una delle mete turistiche più gettonate del Venezuela, a un centinaio di chilometri dalla capitale Caracas, meta esclusiva e ambitissima, dove gli italiani non mancano mai.
«Le compagnie che organizzano queste traversate sono fuori da ogni piano di controllo. Manca la sicurezza da tutti i punti di vista, il governo di Caracas poi non si interessa minimamente, ha sempre chiuso un occhio, finge di non vedere. Addirittura mi è capitato di vedere passeggeri seduti al posto del copilota, e per tutti gli altri dietro la situazione non è meglio. Viaggiano senza cinture di sicurezza». Mezzora di traversata equivalente a mezzora di vero panico con un paradiso terreste tutto intorno. Unoasi naturale disabitata, intorno solo atolli e barriera corallina. Una traversata fatta con mezzi di fortuna, aeromobili vecchissimi, macchine datate 1970, aerei degli anni 50 come il Dc3, con ore e ore di volo alle spalle, da 15, 8 posti, e nessuna revisione al parco mezzi. «Per non parlare della torre di controllo: un camion sul quale è montata una gru dove in cima si trova un container.
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