Guerra all’abbronzatura facile Ora c’è una legge anti-lampade

Gli «allampadati» come i tabagisti. I maniaci dei lettini solari rischiano di essere messi alla berlina come chi fuma due pacchetti di sigarette al giorno. Forse anche di più. Perché i raggi Uva delle lampade abbronzanti ora sono stati ufficialmente dichiarati cancerogeni. La guerra è aperta. Una guerra su tutti i fronti partita dal Brasile che ha vietato l’uso, l’importazione e la commercializzazione delle lampade.
Tutto è nato da una ricerca dell’Organizzazione mondiale della sanità, che ha dimostrato la pericolosità dei raggi Uva artificiali. Secondo l’Oms, facendo la lampada, specie se si inizia prima dei 30 anni, il rischio di melanoma alla pelle (il tumore più pericoloso) aumenta del 75%, e si finisce anche per danneggiare gli occhi. La categoria più a rischio poi, secondo l’indagine (condotta in nove Paesi del mondo) è quella degli adolescenti.
Dopo il divieto brasiliano, c’è chi già parla di svolta epocale. Certo, l’abbronzatura 365 giorni l’anno non è più di moda perché da anni si parla di invecchiamento precoce e di rischi per la pelle, ma c’era proprio bisogno di un divieto? Già in diversi Paesi le normative a riguardo si sono irrigidite. In Francia le lampade sono vietate ai minori, in Germania, Gran Bretagna e Svizzera stanno lavorando in quella direzione. E in Italia? «Non esiste una normativa che imponga i controlli delle lampade solari - spiega Mario Santinami, primario della divisione Melanomi e tumori della pelle dell’Istituto dei tumori di Milano -, ma dovrebbe esserci. Soprattutto perché dopo un po’ le lampade cambiano la lunghezza d’onda della luce emessa, e diventano nocive. I centri seri le sostituiscono, ma nessuno controlla». E se per gli adolescenti bisogna andare con i piedi di piombo, secondo il professore, «in Italia non arriveremo mai a un divieto: in Brasile hanno un culto esagerato dell’apparire, della chirurgia estetica, e hanno un solarium ogni 50 metri. Noi no». Quindi «una dozzina di lampade l’anno non possono far male a nessuno», anche perché se i raggi Uva artificiali «sono nocivi al pari di quelli del sole e non è ancora dimostrato che provochino melanomi, semmai solo epiteliomi». Un consiglio? «Usare il buon senso».
Eliminare del tutto le lampade «per uso estetico» sarebbe «un errore» anche secondo Riccarda Serri, dermatologa e presidente «Skineco». Intanto perché «se usate bene, servono a desensibilizzare la pelle verso certe allergie solari». E poi perché «possono far bene alla pelle stimolando la produzione della vitamina D, e per eliminare certi dolori». I raggi Uva «sono i più nocivi: sono a banda lunga, entrano in profondità nell’epidermide e arrivano direttamente al derma», ma tutto dipende dall’uso. «Come in tutte le cose, il buonsenso sta scomparendo. È ovvio che l’abuso di lampade può nuocere, specie sul lungo periodo, ma non aboliamole del tutto...». La Serri parla delle lampade e del loro «effetto decisamente più invecchiante dei raggi solari» anche nel suo ultimo libro Tutte Ragazze (scritto con Anna Capelli, Piemme Edizioni).

Alla fine però taglia corto: «Se non vuoi che la tua pelle invecchi evita l’abbronzatura eccessiva, e soprattutto troppe lampade. Perché sole e lettini abbronzanti sono come i pasticcini: se sei obeso e ne mangi troppi ti fanno malissimo. Ma uno ogni tanto non fa male. Anzi».

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