Commercianti del centro storico sul piede di guerra contro lamministrazione capitolina. Il presidente del I Municipio, Giuseppe Lobefaro, circa un mese fa, ha disdetto in 55 piazze del centro le occupazioni di suolo pubblico, che permettono ai proprietari di bar e locali di aprire un locale e occupare determinati metri di suolo pubblico. A Lobefaro quel provvedimento è costato una diffida da 18 milioni presentata contro di lui dagli esercizi commerciali interessati dalla disdetta. Ma, come spiega lo stesso presidente, «non si poteva fare altrimenti». Lo scorso aprile, infatti, la giunta capitolina ha approvato una delibera che prevede un piano di massima occupabilità delle piazze tutelate dalla legge Galasso, che a sua volta difende gli aspetti naturalistici del territorio italiano, classificando come bellezze naturali soggette a vincolo tutta una serie di territori individuati in blocco. Le 55 piazze colpite dalla disdetta di suolo pubblico rientrano in quei territori. «Se non avessi applicato quel provvedimento - spiega Lobefaro - le occupazioni di suolo pubblico si sarebbero rinnovate automaticamente. E con ogni probabilità avrebbero vanificato il lavoro della giunta comunale che di fatto riduce lo spazio a disposizione dei commercianti. In assenza di una normativa lattuazione del provvedimento da me varato era lunica strada percorribile».
Il Comune, infatti, al momento non ha una legge che regoli il settore, essendo alle prese con laccorpamento di diverse delibere che disciplinano la materia in un unico documento. Ed è stato affidato agli esercenti la presentazione di nuovi progetti, che siano in regola con quanto stabilito dallamministrazione. «Se entro il primo gennaio i commercianti non li presenteranno - aggiunge il presidente del I municipio - i loro esercizi rischiano di diventare ufficialmente abusivi, mancando un riconoscimento giuridico per quanto riguarda loccupazione degli spazi». Lassessore al Commercio Gaetano Rizzo, che ieri si è incontrato con Lobefaro e alcuni esercenti, assicura di «avere ascoltato le proposte dei commercianti e che si arriverà ai progetti il prima possibile».
Al di là delle rassicurazioni, per Davide Bordoni, consigliere comunale di Forza Italia e vicepresidente della commissione Commercio, «il vuoto normativo in cui naviga lamministrazione è comunque la palese dimostrazione che la crisi in cui versa il settore del commercio in città è non solo economica, ma anche politica». Il consigliere azzurro puntualizza che «a sette mesi dalle elezioni per il commercio ancora non si è detto o fatto nulla e soprattutto non si è ancora capita la politica che intendono attuare in materia il sindaco e lassessore competente».
E il problema delloccupazione di suolo pubblico, che sta coinvolgendo molti commercianti «preoccupati» perché si stanno penalizzando attività di pregio del centro storico, è solo lultimo in ordine di tempo che lamministrazione capitolina deve affrontare. «Vi è ad esempio la questione dei tanti mercati presenti in città, che sono in una situazione drammatica dal punto di vista della sicurezza - dichiara Bordoni -. Ma anche il problema della gestione della media e grande distribuzione».
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