Shrek si dirige verso il castello del malvagio Lord Faarquad e quando lo vede stagliarsi alto, sempre più in alto con un lunghissimo torrione ammicca allamico asino: «Pensi che labbia voluto così alto per compensare qualcosaltro?». Perfido, lorco, in un colpo solo sbeffeggia la bassa statura del nemico e allude ad altre sue insufficienze metriche meno visibili. Possibile? In un cartone animato? Possibile, perché Shrek merita di passare alla storia come cartoon di culto ma anche come la più redditizia vendetta della storia del cinema. Il suo autore, Jeffrey Katzenberg, lavorava per la Disney allepoca dellamministratore delegato Michael Eisner. Che lui considerava un affarista privo di sensibilità verso il mondo dei cartoni animati e bollava con disprezzo: «nanerottolo». Di certo Eisner non è uomo da farsi mettere i piedi in testa e lo scontro era inevitabile. Al primo round ebbe la peggio Katzenberg, che fu licenziato. Ma dopo una lunga battaglia giudiziaria, lautore vinse un rimborso da 250 milioni di dollari. Non contento, fondò la sua casa di produzione, la Dreamworks.
Il primo grande successo fu un cartone che raccontava di un orco buono in lotta contro un principe basso di statura, invidioso e tanto insensibile da volere la tortura e la distruzione di tutti i personaggi dei cartoni animati che vivevano nel suo regno. Era «Shrek». Katzenberg ha sempre negato che il cattivo fosse Eisner. Ma chissà che soddisfazione contare i 267 milioni guadagnati col cartoon.\- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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