La "guerra preventiva" del cardinale Stafford attacca Barack Obama

Il cardinale americano James Francis Stafford, Presidente del Tribunale della Penitenzieria apostolica della Curia romana, ha attaccato in modo diretto, durissimo e poco diplomatico il nuovo inquilino della Casa Bianca: è "aggressivo, distruttivo, apocalittico"

La "guerra preventiva" del cardinale 
Stafford attacca Barack Obama

Se il Vaticano tace e segue con attenzione (e qualche apprensione) le prime mosse del neopresidente degli Stati Uniti Barak Obama, non tacciono invece alcuni esponenti della curia provenienti dal grande paese a stelle e striscie. Il cardinale americano James Francis Stafford, Presidente del Tribunale della Penitenzieria apostolica della Curia romana, ha attaccato in modo diretto, durissimo e assolutamente poco diplomatico il nuovo inquilino della Casa Bianca, definendolo «aggressivo, distruttivo, apocalittico».

L’affondo del porporato è stato pronunciato durante una conferenza pubblica tenuta alla Catholic University of America, a Washington. Stafford ha detto che con Obama si prospetta per gli Stati Uniti «un periodo di agonia» degno di quello passato da Gesu' Cristo nell’orto dei Getsemani, prima di essere crocefisso.Ha parlato apertamente di «un declino del rispetto della vita umana e della necessità per i cattolici di ritornare ai valori del matrimonio e della dignità umana». Senza troppi giri di parole, il porporato ha definito la vittoria di Obama «un terremoto culturale». Il presidente eletto, ha osservato, ha impostato la sua campagna elettorale su una «piattaformna estremista contro la vita umana». «Se il 1968 - ha incalzato - fu l’anno in cui l’America tentò il proprio suicidio», il 2008 è l’anno del «collasso». «Per i prossimi anni - ha concluso - i Getsemani non saranno marginali, avremo modo di conoscere quell’orto».

Le parole del cardinale, che nella Catholic University ha studiato da giovane, sono state riportate dal locale giornalino studentesco e poi dalla Catholic News Agency. Come si vede, un attacco senza precedenti, che è parso davvero eccessivo anche ai vertici della Segreteria di Stato Vaticana, quasi si trattasse di una «guerra preventiva» al nuovo presidente.

Va ricordato che timori su Obama sono stati espressi da diversi esponenti dell’episcopato nord-americano, riunito in assemblea plenaria all'indomani del voto, e anche da uomini di Curia: alcuni giorni fa il «ministro della Sanità» della Santa Sede, il cardinale

Javier Lozano Barragán, aveva ricordato la condanna cattolica per qualsiasi ricerca su staminali embrionali, progetto che il senatore afro-americano ha annunciato di voler sostenere una volta insediatosi alla Casa Bianca.

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