"Ci servono i missili Patriot". Kiev chiede aiuto alla Nato contro i raid russi

Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba chiederà ai suoi omologhi occidentali di rifornire il Paese invaso di missili Patriot, gli unici in grado di abbattere i vettori balistici russi lanciati sulle città e le infrastrutture strategiche di Kiev

"Ci servono i missili Patriot". Kiev chiede aiuto alla Nato contro i raid russi
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Da un mese, la Russia ha aumentato considerevolmente il numero di attacchi con missili e droni sulle città e le infrastrutture strategiche dell’Ucraina, che sta dando fondo alle sue riserve di munizioni antiaeree. Una situazione drammatica, questa, a cui il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba cercherà di porre rimedio alla riunione dei suoi omologhi della Nato.

La Russia distrugge sistematicamente l’economia ucraina, uccide gli ucraini e distrugge anche le nostre città, il che si adatta alla strategia russa di eliminare l’Ucraina dalla mappa. Quindi non voglio rovinare la festa, ma ovviamente il messaggio principale di oggi sarà quello di fornire i Patriot”, ha dichiarato in un punto stampa con il segretario generale dell’Alleanza atlantica Jens Stoltenberg. “Salvare le vite ucraina, salvare l'economia ucraina, salvare le città ucraine dipende dalla disponibilità dei Patriot e di altri sistemi di difesa aerea in Ucraina, e parliamo di Patriot perché è l'unico sistema in grado di intercettare i missili balistici”. Il ministro di Kiev ha anche ringraziato Stoltenberg per il suo impegno personale e per la sua “vista lunga” riguardo ai piani per garantire un sostegno a lungo termine al Paese invaso.

Il Mim-104 Patriot è sviluppato dalla statunitense Raytheon e lancia missili terra-aria guidati con un sistema misto di radio e impulsi radar phase array. È entrato in servizio presso l’esercito di Washington nel 1984 e, ad oggi, è il dispositivo contraereo principale utilizzato dalle truppe Usa e dagli alleati della Nato. I suoi vettori hanno una gittata di 70 chilometri e si sono dimostrati capaci di abbattere anche i missili ipersonici di Mosca, che Putin aveva definito “imbattibili”. I radar dei due Mim-104 a disposizione di Kiev, inoltre, sono stati collegati a tutte le altre batterie anti-aeree schierate dal Paese invaso, provenienti da altre nazioni occidentali o di epoca sovietica, in modo da creare uno “scudo” unificato sui cieli delle città e delle strutture strategiche e coordinare le risposte agli attacchi della Federazione.

L’altro grande problema per gli ucraini sono i droni kamikaze Shahed, di produzione iraniana e impiegati in modo massiccio dall’esercito di Vladimir Putin.

Nella notte tra il 3 e il 4 aprile, uno sciame di migliaia di questi velivoli senza pilota ha colpito la città di Kharkiv, nel nord-est del Paese. Nel corso dei mesi di guerra, i russi li hanno utilizzati per saturare le difese aeree ucraine e permettere ai missili balistici di colpire i propri bersagli.

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