Guerra in Ucraina

"Stop alle forniture dei Patriot": si apre una crepa nello scudo di Kiev

Funzionari del Pentagono e della Casa Bianca hanno riferito che presto Washington non sarà più in grado di fornire armi all'Ucraina. Se i Patriot dovessero uscire di scena, il Paese si troverebbe esposto ai bombardementi russi

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Dagli Stati Uniti arriva un avvertimento che fa tremare l’Ucraina. Presto Washington non sarà più in grado di inviare armi al Paese invaso e in particolare di mantenere la fornitura del sistema di difesa aerea Patriot, i cui missili intercettori possono costare dai due ai quattro milioni di dollari l’uno. La notizia è stata diffusa dal New York Times, che ha citato funzionari della Casa Bianca e del Pentagono.

Dall’inizio del conflitto, la Russia ha lanciato più di 3.800 droni e 7.400 missili contro l’Ucraina. Kiev ha potuto contare su una serie di sistemi diversi per contrastare questi attacchi, dai vecchi S-300 di epoca sovietica ai tedeschi Gepard e i francesi Samp/T. Solo i Patriot, però, sono in grado di intercettare e distruggere i missili balistici e dal momento in cui la prima batteria di questo tipo è stata schierata nello spazio di combattimento, ha rimodellato la battaglia nei cieli. Volodymyr, un maggiore dell’esercito ucraino che non ha voluto rendere noto il suo cognome per ragioni di sicurezza e comandante del primo sistema Patriot inviato in Ucraina, ha raccontato al New York Times di come la batteria statunitense sia stata in grado di sorprendere il mondo intero, abbattendo i missili ipersonici russi definiti da Vladimir Putin “imbattibili”.

È stato del tutto inaspettato. Eravamo appena arrivati dall'addestramento e non avevamo capito bene cosa avessimo distrutto”, ha detto al giornale americano. “In seguito, quando l'abbiamo scoperto, la nostra fiducia nelle attrezzature che i nostri partner ci hanno fornito è cresciuta”. L’ufficiale ha anche spiegato che i due Patriot a disposizione delle forze armate ucraine vengono continuamente spostati, in modo da evitare la localizzazione da parte dei russi, e che il suo team necessita di soli cinque minuti per rendere operativo il sistema.

La protezione che le batterie statunitensi possono offrire è però limitata. “Siamo riusciti a difendere Kiev, ma allo stesso tempo Odessa è stata distrutta”, ha ammesso Volodymy, paragonando la situazione a una coperta stesa solo su una parte del letto. L’ufficiale, inoltre, ha espresso il suo timore per la riduzione delle forniture belliche. “Siamo riusciti a creare uno scudo sul Paese grazie ai nostri alleati, ma se ci voltano le spalle torneremo ad una situazione simile all’inizio della guerra, quando la gente non usciva dai rifugi e i russi cercavano di ridurre le nostre città in macerie”, ha concluso.

Per evitare di rimanere senza un “piano B”, i comandanti ucraini stanno cercando di organizzarsi per un futuro in cui non sapranno quali armi avranno a disposizione. In particolare, l’uscita di scena dei Patriot sarà un duro colpo per Kiev. Le due batterie, infatti, sono dotate di radar con una portata di oltre 93 miglia e sono in grado di individuare fino a 100 obiettivi contemporaneamente.

Inoltre, le informazioni raccolte dai sistemi di fabbricazione statunitense vengono condivise con le squadre che utilizzano armi meno avanzate, in modo da creare un unico organismo capace di mantenere una cortina protettiva sul Paese.

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