Sono giorni decisivi per il futuro di Gaza e,
all'orizzonte, acquista via via più concretezza la prospettiva di una sua divisione a metà: una parte sotto il controllo dell'Idf, un'altra sotto quello di Hamas, a determinate condizioni. Ma il governo israeliano fissa i suoi palettiUnifil, bersagliati da fuoco israeliano in Sud Libano
La forza Onu di interposizione nel sud del Libano, Unifil, è stata fatta bersaglio di tiri da parte delle forze armate israeliane. Lo comunica la stessa Unifil con un post su X, in cui precisa che a sparare è stato un carro armato Merkava, da una posizione tenuta dall'Idf nel Libano del sud.
Netanyahu: "Mai uno Stato palestinese a ovest del Giordano"
"La nostra opposizione a uno Stato palestinese in qualsiasi territorio a ovest del Giordano esiste, è valida e non è cambiata di una virgola". Lo ha ribadito il primo ministro israeliano, Benyamin Netanyahu, in apertura della riunione di Governo. "Riguardo alla presunta 'non smilitarizzazione' della parte di Gaza che è nelle mani di Hamas, non ci sarà nulla del genere. Anche nel piano in 20 punti, e in tutto il resto, questo territorio sarà smilitarizzato e Hamas sarà disarmato. O accadrà nel modo più facile o nel modo più difficile. Questo è quello che ho detto, e questo è quello che ha detto anche il presidente Trump"
Katz,: "Niente stato Palestina, Idf controllerà aree-chiave"
Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha dichiarato su X che Israele non accetterà la creazione di uno Stato palestinese e che le Forze di Difesa israeliane manterranno la loro presenza nelle zone strategiche a Gaza ma anche altrove. "La politica di Israele è chiara: non ci sarà uno Stato palestinese. Le Forze di Difesa israeliane rimarranno sul Monte Hermon e nella zona di sicurezza. Gaza sarà smilitarizzata fino all'ultimo tunnel e Hamas sarà disarmata nell'area gialla dalle forze di difesa israeliane" e, nel resto della Striscia, "dalla forza internazionale o dall'Idf", ha detto Katz.
Wafa: "3 palestinesi uccisi da attacco aereo a Khan Yunis"
Tre palestinesi sono stati uccisi in un attacco aereo israeliano che ha preso di mira la parte orientale di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, "in violazione dell'accordo di cessate il fuoco". Lo scrive l'agenzia palestinese Wafa. Secondo fonti mediche locali, i corpi delle tre vittime rimaste uccise nel bombardamento israeliano della città di Bani Suheila, a est di Khan Yunis, sono stati trasportati al Complesso Medico Nasser. Dalle prime ore di questa mattina l'esercito israeliano ha effettuato demolizioni di edifici nella parte settentrionale di Rafah, sempre a sud dell'enclave, accompagnate da intensi colpi d'arma da fuoco da parte di elicotteri da combattimento israeliani a est di Khan Yunis.
Al Jazeera, 'raid aerei dell'Idf su Rafah e su Gaza City'
Elicotteri israeliani hanno bombardato le zone settentrionali della città di Rafah, nella sud della Striscia di Gaza, secondo quanto scrive Al Jazeera, citando propri reporter sul campo. Gli attacchi sono avvenuti all'interno della cosiddetta linea gialla che delimita le aree sotto il controllo dell'esercito israeliano. L'esercito israeliano inoltre, riporta ancora la testata araba, continua a colpire località all'interno della cosiddetta linea gialla, in aree ancora sotto il suo controllo. Secondo Al Jazeera, l'Idf ha effettuato diversi attacchi aerei: uno a est di Khan Yunis, nel sud, e l'altro nel quartiere di Zeitun a Gaza City. La situazione, scrive l'emittente qatarina, sta diventando sempre più grave per le famiglie che vivono vicino alla linea gialla. "Viviamo a pochi metri dalla linea gialla e la situazione sta peggiorando sempre di più, mentre l'esercito israeliano continua a demolire edifici residenziali e a diffondere il panico con attacchi in quelle zone - scrive il cronista - Inoltre, le condizioni invernali stanno aggiungendo ulteriore sofferenza alle centinaia di migliaia di palestinesi sfollati che vivono ancora nella paura e in una crisi umanitaria sempre più profonda"
Un piano per dividere Gaza
L'inverno è alle porte e una Gaza martellata dai nubifragi mostra tutte le sue ferite. Non cessa l'allarme per la situazione sul terreno nella Striscia, mentre a livello diplomatico gli Stati Uniti si apprestano a presentare la loro risoluzione al Consiglio di Sicurezza dell'Onu previsto per lunedì. Sono giorni decisivi per il futuro di Gaza e, all'orizzonte, acquista via via più concretezza la prospettiva di una sua divisione a metà: una parte sotto il controllo dell'Idf, un'altra sotto quello di Hamas, a determinate condizioni. Di questo, probabilmente, l'inviato di Donald Trump Steve Witkoff parlerà con uno dei leader dell'organizzazione islamica, Khalil al-Hayya. Non è la prima volta che i due si parlano. E, secondo le ricostruzioni dei media internazionali, il loro rapporto - e soprattutto il fatto di essere entrambi accomunati dalla perdita di un figlio - è stato uno dei fattori iniziali determinanti per arrivare alla pace di Sharm el-Sheikh. Ora gli Stati Uniti tornano a parlare con la controparte araba, consapevoli che senza il loro placet la stabilità di Gaza e dell'intera regione non potrà mai concretizzarsi anche se l'idea di dividere la Striscia in due parti non piace a tutti, in Medio Oriente