
In un clima sempre più teso, Israele si prepara a decidere se avviare un piano per occupare ampie porzioni della Striscia di Gaza, con una campagna militare che potrebbe durare fino a cinque mesi.
La decisione è attesa nella riunione del gabinetto di sicurezza, prevista per stasera, mentre migliaia di manifestanti scendono in piazza per chiedere il rilascio degli ostaggi. Crescono le critiche interne: il capo dell’Idf difende il dissenso, mentre l’Ue giudica inadeguati gli aiuti inviati alla popolazione gazawi.Capo Idf: "La conquista Gaza porterà Israele in un buco nero"
Durante la riunione del gabinetto di sicurezza delle 18 sul piano sull'occupazione di Gaza il capo di stato maggiore Eyal Zamir dovrebbe mettere in guardia su rischi, "soprattutto senza una decisione chiara su ciò che verrà dopo, avvertendo che la situazione rischia di complicarsi". Secondo indiscrezioni negli ultimi giorni Zamir avrebbe detto ai collaboratori che "la conquista della Striscia trascinerà Israele in un buco nero". Il piano dei generali prevede: l'accerchiamento di Gaza city e dei campi centrali per isolare il territorio e confinare i combattimenti. Poi: fuoco massiccio, ingressi truppe mirati, evitare trappole.
Capo Idf su occupazione Gaza, diremo nostra posizione senza paura
"La cultura del dissenso è parte integrante della storia del popolo israeliano, costituisce una componente essenziale della cultura organizzativa dell'Idf, sia internamente che esternamente. Continueremo a esprimere la nostra posizione senza paura, in modo concreto, indipendente e professionale". E' quanto ha detto il capo di Stato Maggiore dell'Idf, Eyal Zamir, rispetto alla controversia con la classe politica in merito all'occupazione della Striscia di Gaza. Ne ha dato notizia l'emittente televisiva israeliana Kan. "Continueremo ad agire responsabilmente, con integrità e determinazione, pensando solo al bene del Paese e alla sua sicurezza", ha aggiunto.
Ue, camion aiuti autorizzati a Gaza non sufficienti
Sugli aiuti umanitari a Gaza "i dati in nostro possesso non sono stati verificati da noi. Facciamo affidamento sui nostri partner sul campo" e "potete contattare le Nazioni Unite per avere il loro parere sui numeri. Le autorità israeliane stanno fornendo i numeri, ma non siamo stati in grado di verificarli", "una cosa è chiara: i numeri non sono sufficienti. I camion che arrivano, gli aiuti forniti non sono sufficienti. Ed è qui che i nostri sforzi si concentrano sul sostenere la popolazione il più possibile e sul fare pressione per ottenere maggiori aiuti nella Striscia di Gaza". Lo riferisce una portavoce della Commissione europea nel corso del briefing quotidiano con la stampa. "Il problema - sottolinea una portavoce - è che non abbiamo accesso diretto. Non lo abbiamo perché l'Ue non è considerata un attore umanitario come, ad esempio, le Nazioni Unite. Sul fronte degli aiuti umanitari ci sono contatti. Il Direttore Generale di Echo è stato nella regione la scorsa settimana e la Commissaria Lahbib si è offerta di visitare Gaza. Quindi, questi sono i parametri entro cui dobbiamo operare al momento".
Smotrich cambia idea: "Finanziare gli aiuti a Gaza per vincere"
Il ministro israeliano delle Finanze, Bezalel Smotrich, ha confermato l'intenzione di Israele di destinare tre miliardi di shekel (circa ottocento milioni di euro) in assistenza umanitaria per i civili palestinesi nella Striscia di Gaza, dopo che in passato si era opposto a qualsiasi forma di aiuto alla zona controllata da Hamas. "Non si tratta di soldi per aiuti umanitari, ma di soldi per vincere la guerra", ha dichiarato Smotrich in un'intervista. "Se avessimo controllato noi la distribuzione degli aiuti, avremmo già vinto". Secondo il ministro, i fondi potrebbero essere canalizzati verso l'americana Gaza Humanitarian Foundation, sostenuta da Israele e dagli Stati Uniti, per l'istituzione di centri di distribuzione che impediscano il trasferimento diretto degli aiuti a Hamas. "Questa follia per cui i camion vanno dritti a Hamas deve finire", ha affermato. Smotrich, leader del partito di estrema destra Sionismo Religioso, ha spiegato che la manovra costerebbe "molto meno di un'altra divisione militare a Gaza" e contribuirebbe al "ritorno degli ostaggi e alla vittoria". A suo dire, "senza strangolamento civile ed economico, non c'è alcuna possibilità di vincere". Forte il dissenso dell'opposizione. Il leader di Unità Nazionale Benny Gantz ha criticato duramente il piano: "Questa è la tua soluzione? Togliere miliardi dalle tasche dei cittadini israeliani per darli ai residenti di Gaza, a scapito dell'istruzione, della casa e della sanità dei nostri figli?". Anche Avigdor Liberman, leader di Yisrael Beytenu, ha accusato Smotrich di "finanziare il terrorismo". Le dichiarazioni del ministro seguono quelle del presidente statunitense Donald Trump, che martedì ha annunciato che Israele aiuterà gli Stati Uniti nella distribuzione e nel finanziamento degli aiuti alimentari ai civili di Gaza.
Migliaia in piazza durante la riunione sull'occupazione di Gaza
Migliaia di persone manifesteranno questo pomeriggio in tutto Israele chiedendo il rilascio degli ostaggi e lo stop alla guerra contemporaneamente alla riunione del gabinetto politico-di sicurezza in cui dovrebbe essere deciso se l'Idf estenderà le operazioni militari a Gaza arrivando a occupare la Striscia. Einav Tsangauker, madre dell'ostaggio Matan Tsangauker, ha lanciato questa mattina un appello alla popolazione affinché partecipi alla manifestazione di questa sera a Gerusalemme, davanti all'edificio del governo dove si tiene la riunione di gabinetto: "Questa è una serata cruciale per la vita del nostro Paese. Nelle ultime settimane c'era una possibilità per l'accordo, Netanyahu mi ha promesso che avrebbe raggiunto un'intesa per riportare tutti a casa. Ma ha sfruttato il mio dolore, quello delle famiglie, quello del popolo ferito e ha fatto fallire l'accordo. Chi parla di un accordo complessivo non va a conquistare la Striscia e non mette in pericolo ostaggi e soldati. Mi ha mentito, ha mentito a tutti", ha affermato. E rivolta agli israeliani: "Chiedo a ciascuno di voi, venite con noi questa sera a Gerusalemme, fermiamoli insieme".
Famiglie ostaggi, Idf si opponga a piano occupazione Gaza
Le famiglie degli ostaggi israeliani hanno esortato l'esercito a opporsi al piano di occupazione di Gaza. Ne dà notizia Times of Israel. La madre dell'ostaggio Matan Zangauker ha inoltre invitato gli israeliani a protestare fuori dalla riunione di gabinetto prevista per stasera, durante la quale si dovrebbe approvare il piano di espansione delle operazioni militari nella Striscia, affermando che Israele sta raggiungendo "il punto di non ritorno" per un accordo sul rilascio degli ostaggi. Il premier Benjamin Netanyahu aveva promesso che avrebbe cercato di raggiungere un accordo per liberare gli ostaggi, "ma ha approfittato del mio dolore, di quello delle famiglie, di tutta la nazione ferita e ha mandato all'aria l'accordo", "chi parla di un accordo globale non va a conquistare la Striscia e mette in pericolo ostaggi e soldati", ha scritto Einav Zangauker su X. "Netanyahu e i suoi partner stanno per condannare" Matan "a morte", ha aggiunto in una dichiarazione video, invitando i manifestanti a "inondare le strade della nazione a partire da stasera".
Il piano Israele per occupare Gaza durerà 4-5 mesi
Israele potrebbe approvare in serata il suo piano per espandersi su nuove, vaste aree della Striscia di Gaza, potenzialmente nell'arco di cinque mesi. Lo scrivono i media israeliani. L'iniziativa prevederebbe lo sfollamento di circa un milione di palestinesi e non terrebbe in considerazione gli avvertimenti di alti ufficiali militari secondo cui metterebbe in pericolo la vita degli ostaggi detenuti in quelle aree. Secondo quanto riferito, scrive il Times of Israel, il piano mira a distruggere ciò che resta di Hamas e a fargli pressione affinché liberi i 50 ostaggi ancora detenuti, circa 20 dei quali vivi, dopo il fallimento dei recenti colloqui per un accordo. Il piano inizierebbe con la presa di Gaza City e dei campi nella Striscia centrale, spingendo circa metà della popolazione dell'enclave a sud, verso la zona umanitaria di Mawasi. Nonostante alcuni ministri potenzialmente contrari al piano, diversi resoconti affermano che il primo ministro Benjamin Netanyahu, nella riunione che si terrà oggi alle 18, probabilmente otterrà la maggioranza all'interno del gabinetto di sicurezza di alto livello per sostenere il piano. Secondo quanto riferito, il piano si concentrerà inizialmente sulla conquista di Gaza City e sull'ampliamento dei centri di distribuzione degli aiuti in coordinamento con gli Stati Uniti.
Secondo quanto riportato da Channel 12 News, nella prima fase del piano, Israele emetterebbe un avviso di evacuazione ai residenti di Gaza City - stimati in circa 1 milione di persone, circa la metà della popolazione della Striscia - per dare il tempo necessario alla realizzazione di infrastrutture civili nella zona centrale di Gaza, inclusi ospedali e campi per gli sfollati. Si prevede che questa fase durerà diverse settimane. Israele lancerebbe un'offensiva militare nella seconda fase, durante la quale si prevede che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump pronunci un discorso in cui annuncerà l'accelerazione degli aiuti umanitari in coordinamento con Israele, prosegue il rapporto. L'espansione sarebbe finanziata da circa 1 miliardo di dollari in donazioni dagli Stati Uniti e da altri paesi, ha affermato Channel 12, aggiungendo che l'obiettivo sarebbe quello di consentire ai cittadini di Gaza di accedere agli aiuti che aggirano Hamas mentre Gaza City cade sotto il controllo israeliano. Secondo quanto riportato dal sito di notizie Ynet, dall'emittente pubblica Kan e dal notiziario Channel 13, la campagna militare dovrebbe durare dai quattro ai cinque mesi e coinvolgere dalle quattro alle cinque divisioni dell'Idf. Kan ha riferito che, oltre a Gaza City, nel nord della Striscia, il piano prevede di estendersi ai campi nella Striscia centrale. Si prevede che la popolazione civile verrà ulteriormente spinta verso la Striscia meridionale, mentre si svolgeranno manovre nelle aree in cui si ritiene siano tenuti gli ostaggi, con l'obiettivo di evitare loro qualsiasi danno.