
I leader europei accompagnano Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca per mostrare un fronte unito da Donald Trump in una settimana potenzialmente cruciale per le sorti della guerra. Il presidente Usa parla di un «grande giorno» e di un «onore» averli insieme a Washington, e tutti sono d'accordo che quello attuale potrebbe essere il primo vero momento di svolta, ma a dividerli rimane la questione del cessate il fuoco.
Uno dei temi centrali che tocca Trump - prima di cedere la parola agli altri presenti - è quello delle garanzie di sicurezza per Kiev, che «Vladimir Putin ha accettato» in Alaska. Durante il faccia a faccia con Zelensky, il comandante in capo assicura che gli Stati Uniti «saranno coinvolti nel fornire garanzie di sicurezza» nell'ambito di un accordo di pace, e non esclude neppure che questo possa significare avere delle truppe americane. «Ne discuteremo con sette grandi leader», chiosa. Poi, nell'incontro allargato, sottolinea che bisogna parlare pure «di un possibile scambio di territori e delle linee di contatto» tra Ucraina e Russia. Ma soprattutto, torna sul trilaterale «da organizzare al più presto»: «Sono fiducioso che Putin e Zelensky troveranno un'intesa, e se vorranno ci sarò», ripete, offerta a cui Zelensky risponde subito di «sì». «Non molto lontano da ora, una o due settimane, sapremo se risolveremo questa situazione. Credo che ci siano due parti interessate, e di solito questa è una buona notizia», aggiunge, definendo un accordo di pace «molto raggiungibile».
«Abbiamo avuto una discussione molto buona con Trump», afferma il leader di Kiev, ribadendo l'intesa raggiunta sulle garanzie di sicurezza, che sarà sugli europei e gli americani». Gli europei sono d'accordo sull'importanza di sostenere tutti gli sforzi verso una pace giusta, e il fatto che gli Stati Uniti siano disposti a far parte delle garanzie di sicurezza è un «grande passo», spiega il segretario generale della Nato, Mark Rutte, ringraziando Trump di aver avviato il dialogo con lo zar del Cremlino, mentre la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen parla dei bambini ucraini rapiti e dell'importanza che ognuno torni dalla sua famiglia. La premier Giorgia Meloni - introdotta da The Donald come «una grande leader, d'ispirazione per tanti» - dice che «inizia una nuova fase dopo tre anni, grazie a Trump e grazie allo stallo sul campo». «Discuteremo di garanzie per fare in modo che non succeda mai più, e se vogliamo garantire la pace dobbiamo farlo insieme, uniti», prosegue. Anche il cancelliere tedesco Friedrich Merz riconosce che il tycoon ha aperto la strada venerdì scorso, e ora ci sono negoziati complessi, poi però riporta sul tavolo la questione del cessate il fuoco, «fondamentale per iniziare colloqui seri, bisogna mettere pressione sulla Russia». Mentre il presidente Usa sostiene che non è necessario.
«È necessaria una tregua», conferma invece il presidente francese Emmanuel Macron, che rilancia sul trilaterale chiedendo un vertice a quattro con Ucraina, Russia, Usa, ed Europa, «perché quando parliamo di garanzie di sicurezza, parliamo della sicurezza dell'intero continente europeo». E il premier britannico Keir Starmer dice che «quando parliamo di sicurezza riguarda l'Ucraina, ma anche l'Europa e la Gran Bretagna», e serve una «pace giusta e duratura».
Il premier finlandese Alexander Stubb, da parte sua, ricorda l'esperienza storica del suo Paese con Mosca dalla Seconda guerra mondiale: «Abbiamo trovato una soluzione nel 1944 e sono sicuro che la troveremo nel 2025 per porre fine all'invasione russa».