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Le minacce dell'Iran,il giorno di paura e il gps in tilt: cosa succede in Israele

Israele va il tilt per il timore di un attacco imminente da parte di Teheran: file ai supermercati, code ai bancomat e gps impazziti

Le minacce dell'Iran, il giorno di paura e il gps in tilt: cosa succede in Israele

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Le minacce dell'Iran, il giorno di paura e il gps in tilt: cosa succede in Israele

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Il conflitto a distanza tra Iran e Israele è entrato in una nuova fase dopo l'attacco all'ambasciata iraniana di Damasco del 2 aprile scorso. Se la virulenza delle minacce iraniane cresce esponenzialmente, in Israele il terrore che si arrivi allo scontro finale rischia di scatenare l'isteria collettiva nel bel mezzo di un altro conflitto, quello con Hamas.

Come oggi, ad esempio. Nell'area centrale di Israele, ma non solo, alcuni residenti hanno segnalato problemi e malfunzionamenti nelle app di navigazione come Google Maps, Waze e altri sistemi basati sul Gps. Secondo quanto riportato dal quotidiano israeliano Times of Israel, molti automobilisti di Tel Aviv hanno riscontrato un'anomalia sulla mappa, che li posizionava a Beirut, in Libano. Cosa sta accadendo?

Il timore di un attacco imminente, infatti, ha fatto entrare in funzione i jammer dello stato ebraico, i "disturbatori" delle onde di comunicazione dei geolocalizzatori. Di conseguenza, sono andate in tilt tutta una serie di funzioni e servizi offerti dai cellulari: Google Maps ha smesso di orientarsi e orientare, carte di credito e sistemi di pagamento sono fuori uso, con la conseguente paralisi di attività, mezzi, cose e persone. Un caos "preventivo" che però accresce l'ansia da accerchiamento, instillando nei comuni cittadini la convinzione che qualcosa stia per accadere o che sia in corso. A nulla valgono le rassicurazioni dell'Idf, pronte a giurare che nulla di nuovo sta accadendo e che, in caso di emergenza, saranno gli stessi militari a comunicare con la popolazione. Ma le rassicurazioni non bastano in uno stato blindato e in guerra. La promessa di "uno schiaffo in piena faccia" da parte di Teheran fa molta paura. Dopo il 7 ottobre ancora di più.

Il meccanismo di difesa entrato in funzione ha come obiettivo quello di disorientare eventuali attacchi missilistici facendogli mancare il bersaglio. Un ruolo fondamentale, in questo caso, lo possiede Iron Dome, la "cupola di ferro" che dovrebbe proteggere Israele dagli attacchi nemici. Un complesso meccanismo efficace quasi al 90% fino a oggi ma che, lo scorso ottobre, è stato talmente sovraccaricato dai razzi di Hamas da divenire inefficace. L'Iron Dome, oltre ad avere scopo difensivo/offensivo, ha anche come obiettivo quello di risparmiare colpi: per questa ragione è in grado di distinguere la risposta da fornire a seconda della traiettoria dei colpi del nemico. Ma se fallisce, i razzi finiscono per esplodere altrove e uccidere.

I jammer, tuttavia, sono una tecnologia potente e pericolosa allo stesso tempo. Essendo dei disturbatori, possono creare grandissimi problemi all'aviazione civile con conseguenze anche molto gravi. Il terrore, nel frattempo, si diffonde nelle strade creando difficoltà di ordine pubblico. "I civili non hanno bisogno di comprare generatori, conservare cibo o ritirare denaro al bancomat", rassicura il portavoce delle Forze di difesa israeliane, il contrammiraglio Daniel Hagari, sottolineando che le istruzioni per la popolazione non cambiamo.

Ma la paura ha fatto comunque finire il Paese nel caos, generando file ai bancomat e ai supermercati.

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