
Altra giornata drammatica in Medio Oriente. Il presidente israeliano Herzog lancia un appello urgente alla Croce Rossa per salvare gli ostaggi detenuti a Gaza, apparsi emaciati nei video diffusi da Hamas.
Netanyahu, sotto pressione interna e internazionale, valuta una nuova fase militare nella Striscia. Intanto, a Tel Aviv esplode il caso politico: il governo licenzia la procuratrice generale, ma la Corte suprema blocca la decisione. Tensioni anche tra militari e vertici politici.Netanyahu: "Occuperemo la Striscia di Gaza. La decisione è stata presa"
"Occuperemo la Striscia di Gaza. La decisione è stata presa". Lo riferisce un alto funzionario dell'ufficio del primo ministro Benyamin Netanyahu a Channel 12. "Hamas non rilascerà altri ostaggi senza una resa totale, e noi non ci arrenderemo. Se non agiamo ora, gli ostaggi moriranno di fame e Gaza resterà sotto il controllo di Hamas", ha detto.
Herzog: "Ostaggi sono in pericolo di vita"
l presidente Isaac Herzog ha chiesto alla presidente del Comitato Internazionale della Croce Rossa, Mirjana Spoljaric, che l’organizzazione intervenga a favore degli ostaggi a Gaza. Secondo un comunicato del suo ufficio, i due hanno parlato telefonicamente. Lo riferisce Times of Israel. Herzog ha fatto riferimento alle “immagini orribili” degli ostaggi Evyatar David e Rom Braslavski, apparsi gravemente emaciati nei video diffusi nei giorni scorsi da Hamas e dalla Jihad Islamica Palestinese, chiedendo al Comitato “di agire in tutti i modi possibili per aiutare gli ostaggi”. “La condizione medica degli ostaggi è grave”, ha dichiarato Herzog, aggiungendo che le ossa di David e Braslavski “sporgono dalla pelle a causa della fame, segno che si trovano in condizioni di pericolo di vita”. “Queste immagini evidenziano nel modo più drammatico l’urgente necessità di fornire loro cibo e cure mediche immediate”, ha aggiunto.
Israele: governo licenzia procuratrice generale Baharav-Miara
Il governo israeliano ha votato all’unanimità per licenziare la procuratrice generale Gali Baharav-Miara. Lo ha dichiarato il ministro della Giustizia Yariv Levin in un comunicato. Il governo è in conflitto con Baharav-Miara sin dal suo insediamento, accusandola di bloccare sistematicamente decisioni, nomine e leggi per motivi politici e non professionali.Tuttavia, l’Alta Corte di Giustizia ha stabilito che il licenziamento della procuratrice generale non entrerà in vigore fino a quando i giudici non si esprimeranno sulla legalità del processo di destituzione, che è stato definito illegittimo sia da gruppi di controllo governativi che dalla stessa procuratrice.
Tajani: "Gli ostaggi devono essere rispettati, alimentati e curati correttamente"
"I video degli ostaggi israeliani detenuti da Hamas a Gaza sono una conferma del carattere terroristico di questo gruppo: tutti gli ostaggi devono essere rilasciati immediatamente e senza condizioni". Lo dice il ministro degli Esteri Antonio Tajani: gli ostaggi "devono essere rispettati, alimentati e curati correttamente". "Ma Hamas in definitiva deve liberare tutto il popolo palestinese, che mantiene sotto ricatto da mesi, deve accettare un accordo con Israele, rilasciare gli ostaggi, far distribuire liberamente aiuti umanitari e sanitari nella Striscia - sostiene Tajani - Israele deve interrompere gli attacchi indiscriminati, ma Hamas deve far cessare i continui ricatti con cui tiene in prigione alcuni israeliani e due milioni di cittadini palestinesi. A Gaza è l'ora della pace".
Putin a Netanyahu, disposto a facilitare negoziati nucleare Iran
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha confermato che il presidente russo Vladimir Putin ha avuto una conversazione telefonica con il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Putin ha ribadito che Mosca sostiene con coerenza una risoluzione pacifica dei conflitti in Medioriente e ha dichiarato la sua disponibilità a facilitare i negoziati sul programma nucleare iraniano, riferisce l'agenzia russa Ria Novosti. L'ultima conversazione tra i due leader risaliva al 28 luglio. Anche allora Putin e Netanyahu avevano discusso della situazione in Medioriente.
Netanyahu sente Putin: seconda volta in pochi giorni
Il presidente russo, Vladimir Putin, ha avuto oggi un colloquio telefonico con il premier israeliano Benjamin Netanyahu. A riferirne è l'Interfax, che cita il Cremlino. L'ufficio del premier - secondo il quotidiano israeliano 'Hàaretz' - ha confermato il colloquio, il secondo tra i due in pochi giorni
Netanyahu: "In settiamana ordini alle Idf per la campagna a Gaza"
Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha dichiarato all'inizio della riunione dell'esecutivo di oggi che in settimana convocherà il governo e saranno date indicazioni all'esercito su come raggiungere "gli obiettivi di guerra fissati". "Dobbiamo continuare a essere uniti e a lottare insieme per raggiungerli", ha detto. Uno degli obiettivi di guerra di Israele riguarda il rilascio di tutti gli ostaggi, ancora in vita e deceduti.
Gaza, uomo ucciso da un pacco di cibo lanciato dal cielo
I media di Gaza riferiscono che un uomo è stato ucciso da un pacco alimentare paracadutato sulla Striscia nell'ambito dei lanci aerei di aiuti a cui partecipano diversi Paesi, anche europei. L'uomo, un infermiere dell'ospedale dei Martiri di Al-Aqsa a Deir al-Balah, è stato colpito alla testa. Anche lo scorso anno ci furono diverse vittime colpite dai pacchi durante i lanci aerei.
Le Idf intercettano un drone lanciato dallo Yemen
L'Aeronautica militare israeliana ha intercettato un drone lanciato dallo Yemen. Lo hanno reso noto le Forze di difesa di Israele (Idf) su Telegram, spiegando che a seguito dell'infiltrazione del "velivolo ostile" a Bnei Netzarim, città vicina al confine tra Gaza e l'Egitto, erano state attivate le sirene antiaeree. Il movimento yemenita filo-iraniano Houthi continua a lanciare attacchi con droni dallo Yemen occidentale - dove è basato - a sostegno della causa palestinese.
Idf: completata missione nel sud della Siria contro il traffico di armi
Durante la notte, le truppe della 226ma Brigata al comando della 210ma Divisione delle Forze di difesa di Israele (Idf), in collaborazione con gli investigatori sul campo dell'Unità 504, hanno completato una missione che prevedeva l'interrogatorio in loco di diversi sospettati coinvolti nel traffico di armi nella zona di Hader, nella Siria meridionale. Lo riferiscono le Idf in un comunicato. "Dopo una precedente sorveglianza da parte dei servizi segreti e un'indagine approfondita sul campo, le truppe sono entrate contemporaneamente in quattro località e hanno individuato numerose armi che i sospettati stavano trafficando", spiegando le forze israeliane. "Le truppe della 210ma Divisione restano dispiegate nella zona, continuando a operare e a impedire il radicamento di elementi terroristici in Siria, con l'obiettivo di proteggere i civili israeliani e, in particolare, gli abitanti delle alture del Golan", conclude la nota.
Alta tensione tra vertici politici e militari israeliani sulla campagna a Gaza
La tensione tra vertici politici e militari in Israele sta diventando ogni giorno più alta, come apprende da fonti di alto livello l'Ansa. Mentre i video di due ostaggi in condizioni fisiche drammatiche diffusi da Jihad islamica palestinese e Hamas hanno suscitato orrore e proteste in tutto il Paese. In seguito alle riunioni ristrette dell'esecutivo degli ultimi giorni (a cui prendono parte i vertici dell'Idf) la questione rimasta in sospeso riguarda l'operazione di terra nel centro della Striscia che, se intensificata, mette a grave rischio i rapiti. Il capo di stato maggiore Eyal Zamir ha avvertito il governo del pericolo, ma lo scontro in atto riguarda anche le insistenze dei ministri di ultradestra che vorrebbero allargare le operazioni nella Striscia. Una delle proposte messa sul tavolo da Zamir è che l'esercito resti fermo sugli assi già catturati e agire su piccola scala contro la guerriglia di Hamas. Le Idf raccomandano di continuare a controllare le aree dove già si trova e di proseguire con i raid mirati su Gaza City e le zone centrali, aree densamente popolate ancora sotto il controllo di Hamas e dove Israele ritiene siano tenuti prigionieri gli ostaggi. L'intenzione, secondo l'esercito, è di usare molto fuoco per far capire ad Hamas che le Idf sono pronte a entrare anche in luoghi finora mai raggiunti, ma senza inviare troppe forze nell'area. Il governo non avrebbe ancora preso una decisione, nonostante l'operazione partita a marzo con la rottura della tregua non abbia prodotto l'obiettivo di guerra di liberare gli ostaggi.
Idf: sconfitto il battaglione "Beit Hanoun" di Hamas
Le Forze di difesa di Israele (Idf) hanno annunciato di aver "sconfitto" il battaglione di Beit Hanoun del movimento islamista palestinese Hamas, nel nord della Striscia di Gaza. "Questo è un altro risultato dell'operazione Carri di Gedeone (l'operazione su vasta scala lanciata a maggio)", hanno riferito le Idf su X, allegando un video che mostra tre presunti miliziani di Hamas arrendersi ai militari della brigata Givati. Il filmato dell'operazione era stato pubblicato in precedenza anche dal ministro della Difesa israeliano Israel Katz. Le Idf hanno reso noto che "i militari hanno hanno identificato diversi terroristi emersi da un tunnel" a Beit Hanoun. "I terroristi si sono arresi e sono stati arrestati sul posto. Durante l'interrogatorio sul campo, hanno dichiarato di aver pianificato di fuggire dalla scena dopo che un altro terrorista che si trovava con loro è stato eliminato durante uno scontro con le forze delle Idf", si legge nella nota.
Media israeliani: "Attivisti tagliano gli pneumatici dei camion di aiuti per Gaza"
Attivisti israeliani, tra cui gli amici dell'ostaggio Rom Braslavski (comparso in un video diffuso dalla Jihad islamica nel fine settimana), hanno bloccato l'ingresso degli aiuti nella Striscia di Gaza e tagliato gli pneumatici di camion provenienti dalla Giordania. Lo riportano i media israeliani. "Rom avrebbe dovuto essere di nuovo con me in macchina dopo la festa; sta morendo di fame in cattività mentre gli aiuti alimentari vengono trasferiti. Viene fornita piena assistenza a chi ne ha bisogno. Non permetteremo che ciò accada, stiamo lottando contro questo", ha detto uno degli attivisti, che, come Braslavski aveva il ruolo di addetto alla sicurezza al festival musicale Nova il 7 ottobre 2023.
L'Iran istituisce un nuovo Consiglio supremo di Difesa nazionale
L'Iran ha istituito un nuovo Consiglio di difesa dopo gli attacchi di giugno da parte di Israele e degli Stati Uniti, secondo quanto riportato dai media locali. Il Consiglio Supremo di Sicurezza Nazionale dell'Iran, il più alto organo di sicurezza del Paese, ha deciso di istituire il Consiglio Supremo di Difesa Nazionale, che sarà guidato dal presidente Masoud Pezeshkian, secondo quanto riportato. Il Consiglio si occuperà dei piani difensivi e del miglioramento delle capacità delle forze armate iraniane. Tra i membri figureranno il presidente del Parlamento, il capo della magistratura e i capi delle forze armate e dei ministeri competenti. Si prevede che i ministeri della Difesa, dell'Intelligence e degli Esteri faranno parte del consiglio, anche se la notizia non fornisce ulteriori dettagli al riguardo.
La decisione segue la guerra aerea di 12 giorni condotta da Israele e Stati Uniti che ha causato la morte di quasi 1.100 persone, tra cui capi militari e comandanti. Un cessate il fuoco è in vigore da poco dopo gli attacchi aerei che hanno preso di mira le principali strutture nucleari iraniane. L'Iran aveva un'istituzione simile durante la guerra degli anni '80 contro l'Iraq, che causò quasi un milione di vittime da entrambe le parti.
Hamas: 250 camion di aiuti al giorno come precondizione per tornare a negoziare
Almeno 250 camion di aiuti umanitari al giorno nella Striscia di Gaza come precondizione per tornare al tavolo delle trattative: è questa la richiesta di Hamas - riferita al Jerusalem Post da una fonte - per riprendere i negoziati con Israele e che è stata trasmessa ai mediatori nei giorni scorsi. La nuova politica del gruppo islamista rifiuta qualsiasi dialogo con Tel Aviv, a meno che non si verifichi un miglioramento significativo della situazione umanitaria. "C'è una crescente consapevolezza che Hamas non è interessata a un accordo", ha commentato un funzionario israeliano. "Siamo in trattative con gli americani. Di conseguenza, il primo ministro sta spingendo per il rilascio degli ostaggi, perseguendo al contempo una soluzione militare, unitamente alla fornitura di aiuti umanitari alle aree al di fuori delle zone di combattimento e, per quanto possibile, alle regioni che non sono sotto il controllo di Hamas".
L'appello di 600 funzionari della sicurezza israeliana a Trump: "Convinca Netanyahu a porre fine alla guerra"
Oltre 600 funzionari della sicurezza israeliani in pensione, tra cui ex capi del Mossad e dello Shin Bet, hanno scritto al presidente degli Stati Uniti Donald Trump per chiedergli di fare pressione sul premier Benjamin Netanyahu affinché ponga fine alla guerra nella Striscia di Gaza. "Secondo il nostro giudizio professionale, Hamas non rappresenta più una minaccia strategica per Israele e la nostra esperienza ci dice che Israele ha tutto ciò che serve per gestire le sue residue capacità terroristiche, a distanza o in altro modo", hanno scritto gli ex funzionari in una lettera condivisa con i media. "Questa guerra non è più una guerra giusta e sta portando lo Stato di Israele a perdere la sua identità", ha avvertito Ami Ayalon, ex direttore dello Shin Bet, in un video diffuso dal movimento Csi, Comandanti per la sicurezza di Israele, in occasione della pubblicazione della lettera. Tra i firmatari ci sono tre ex capi del Mossad (Tamir Pardo, Efraim Halevy, Danny Yatom), cinque ex dirigenti dello Shin Bet (Nadav Argaman, Yoram Cohen, Ami Ayalon, Yaakov Peri, Carmi Gilon) e tre ex capi di stato maggiore (Ehud Barak, Moshe Bogie Yàalon, Dan Halutz).
"A nome del Csi, il più grande gruppo israeliano di ex generali dell'esercito, del Mossad, dello Shin Bet, della polizia e di corpi diplomatici equivalenti, vi esortiamo a porre fine alla guerra a Gaza. L'avete fatto in Libano. È ora di farlo anche a Gaza", è l'appello rivolto a Trump. "L'Idf ha da tempo raggiunto i due obiettivi che potevano essere raggiunti con la forza: smantellare l'esercito e il governo di Hamas", ritengono i membri del movimento. "Il terzo, e il più importante, può essere raggiunto solo attraverso un accordo: riportare a casa tutti gli ostaggi", sottolineano. "Rintracciare i restanti alti funzionari di Hamas può essere fatto più tardi", ma "gli ostaggi non possono aspettare", insistono. Rivolgendosi a Trump, i firmatari dicono che "la vostra credibilità presso la stragrande maggioranza degli israeliani rafforza la vostra capacità di guidare il primo ministro Netanyahu e il suo governo nella giusta direzione". E concludono affermando che "porre fine alla guerra, riportare indietro gli ostaggi, porre fine alle sofferenze e formare una coalizione regionale-internazionale che aiuti l'Autorità Nazionale Palestinese (una volta riformata) a offrire ai cittadini di Gaza e a tutti i palestinesi un'alternativa ad Hamas e alla sua ideologia perversa"
Hamas: aiuti agli ostaggi se Israele ferma gli attacchi aerei e apre corridoi umanitari permanenti
I terroristi palestinesi hanno affermato di essere pronti a coordinarsi con la Croce Rossa per consegnare aiuti umanitari agli ostaggi detenuti a Gaza, a patto che Tel Aviv apra corridoi permanenti e interrompa gli attacchi aerei durante la distribuzione degli aiuti.
Abc: "Netanyahu valuta soluzione militare per liberare gli ostaggi"
Secondo quanto riportato da Abc, che ha citato un funzionario di Tel Aviv, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sta valutando una soluzione militare per liberare gli ostaggi israeliani rimasti nella Striscia di Gaza. Non riuscendo a trovare una soluzione diplomatica, il premier mira a espandere le operazioni nell'exclave palestinese a fronte di una situazione di stallo nei negoziati con Hamas. "Pertanto, il primo ministro Netanyahu sta spingendo per espandere le operazioni militari per liberare gli ostaggi attraverso una soluzione militare", ha affermato il responsabile israeliano. Attualmente ci sono circa 20 ostaggi ancora vivi detenuti da Hamas, sempre secondo l'emittente.
Tajani: "A Gaza è in atto una carneficina"
A Gaza "c'è una carneficina" mentre genocidio "significa la scelta determinata di eliminare tutti i palestinesi. È certamente inaccettabile e inumano ciò che sta accadendo, ma non credo che il disegno sia quello di eliminare i palestinesi, semmai di farli uscire dalla Palestina. Cosa che noi non condividiamo assolutamente". Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a 'Radio anch'iò su Radio 1 Rai. "Noi come Italia ci riconosciamo nel progetto della ricostruzione", ha aggiunto.
Mertedì all'Onu una riunione del Consiglio di sicurezza sugli ostaggi
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite terrà una sessione speciale, martedì 5 agosto, per discutere dei 50 ostaggi ancora detenuti da Hamas a Gaza, su richiesta del ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar, secondo quanto dichiarato dal suo ufficio citato da Times of Israel. I membri del Consiglio voteranno una risoluzione che chiede un cessate il fuoco e un accesso umanitario illimitato a Gaza. Sa'ar ha richiesto con forza la convocazione dell'incontro dopo la diffusione delle immagini di due ostaggi visibilmente emaciati. La riunione, tuttavia, non appare ancora nell'agenda online del Consiglio di sicurezza.