Israele, mai così tante violenze sui cristiani. Parolin: "Un accanimento inaccettabile"

Chiese, parrocchie e cerimonie nel mirino. Boom di attacchi di ebrei ultra-ortodossi. Solo nel 2024 registrate 111 aggressioni

Israele, mai così tante violenze sui cristiani. Parolin: "Un accanimento inaccettabile"
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Chiese bombardate, assalti dei coloni, parrocchie vandalizzate e cristiani sotto tiro, non per mano jihadista, ma in Israele e nei territori palestinesi della Cisgiordania. Il rapporto sulla libertà religiosa nel mondo presentato ieri dalla fondazione pontificia «Aiuto alla Chiesa che Soffre», denuncia che «i cristiani in Israele hanno sperimentato un livello di violenza e ostilità senza precedenti: estremisti ebraici hanno preso di mira istituzioni e leader ecclesiali». Solo nel 2024 sono stati registrati 111 aggressioni o violenze, in particolare a Gerusalemme, contro religiosi o civili cristiani. Trentacinque casi riguardano atti di vandalismo contro chiese, monasteri o insegne pubbliche religiose. Dal 7 ottobre la comunità di 1017 cristiani di Gaza si è ridotta alla metà.

«Circa 300 sono riusciti ad uscire dalla Striscia, 54 sono morti, 16 sono stati uccisi nel bombardamento che ha colpito la chiesa di san Porfirio del Patriarcato ortodosso», ha raccontato padre Gabriel Romanelli ferito in un attacco israeliano. Il rapporto sottolinea che «la coalizione di estrema destra guidata dal primo ministro Benjamin Netanyahu ha accentuato le divisioni etniche e religiose». Il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, che ha assistito alla presentazione, non ha avuto peli sulla lingua sulla difesa della libertà religiosa. E ha stigmatizzato le violenze dei coloni in Cisgiordania: «Non riusciamo a capire perché i cristiani che vivono la loro vita normale sono oggetto di tanto accanimento. Parlare di persecuzione è un po' problematico, ma sicuramente sono situazioni che non possiamo accettare».

Uno degli episodi più gravi è avvenuto il 7 luglio a Taybeh, l'ultima cittadina interamente cristiana della Terra Santa. Una dozzina di coloni israeliani armati ha incendiato l'area vicino al cimitero e alla chiesa di San Giorgio, un sito del V secolo tra i più antichi della Palestina. Padre Bashar Fawadleh si è precipitato con i giovani del villaggio a spegnere le fiamme ed i coloni stavano a guardare dopo avere bloccato le strade con le loro auto. Le forze di sicurezza israeliane sono intervenute con colpevole ritardo. I coloni hanno piazzato un cartellone rivolto agli abitanti di Taybeh con una scritta che non lascia dubbi: «Qui non c'è futuro per voi».

Le schede paese del rapporto su Israele e Territori palestinesi registrano violenze anche prima del 7 ottobre. In gennaio del 2023 è stato profanato il cimitero anglicano di Gerusalemme con 30 tombe vandalizzate. Nell'aprile dello stesso anno, il Patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, lanciava l'allarme sul governo israeliano con esponenti di estrema destra: «La frequenza di questi attacchi, le aggressioni, è diventata qualcosa di nuovo. Queste persone si sentono protette. L'atmosfera culturale e politica ora può giustificare, o tollerare, azioni contro i cristiani». La situazione è precipitata dopo l'attacco stragista di Hamas. Bombardamenti e cecchini israeliani hanno colpito il complesso e le strutture delle suore di Madre Teresa, che non mollano Gaza.

Nel 2024 sono state imposte restrizioni ai cristiani che

volevano celebrare la Pasqua in città della Cisgiordania come Betlemme. La maggior parte degli autori delle violenze contro i cristiani in Israele sono giovani ebrei ultra ortodossi affiliati a movimenti nazionalisti religiosi.

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