Israele si prepara alla guerra con gli Hezbollah: aumentato il numero di riservisti

Le autorità di Tel Aviv hanno alzato a da 300mila a 350mila il tetto massimo di soldati da richiamare in caso di necessità. Secondo l'esercito la decisione è legata solamente alle operazioni a Rafah

Israele si prepara alla guerra con gli Hezbollah: aumentato il numero di riservisti
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Mentre proseguono i combattimenti nella Striscia di Gaza e le tensioni al confine con il Libano crescono a livelli allarmanti, il governo israeliano ha deciso di ampliare il numero di soldati a propria disposizione. Le autorità di Tel Aviv hanno aumentato da 300mila a 350mila i riservisti che le forze armate possono richiamare in caso di necessità.

Nelle prime settimane di guerra il tetto massimo era stato portato a 360mila ed erano stati mobilitati 287mila uomini, nell’ambito della più grande convocazione nella storia dello Stato ebraico. Stando a quanto riferito dall’esercito, la decisione non ha nulla a che fare con l’intensificarsi degli scontri con gli Hezbollah, ma è legata all’operazione in corso a Rafah che pare richieda più truppe di quanto inizialmente previsto. Nel caso in cui la situazione al confine libanese dovesse degenerare, però, Israele potrebbe aver bisogno di forze fresche da schierare su entrambi i fronti.

Lungo la Linea blu sono già stazionate diverse unità delle Idf, ma per un attacco su larga scala nel sud del Paese dei cedri sarebbe necessario un dispiegamento di truppe più imponente. A tal proposito, mercoledì 5 giugno il premier Benjamin Netanyahu, durante una visita alla città di Kiryat Shmona, ha dichiarato che lo Stato ebraico è “pronto a un’azione estremamente potente nel nord”. Le sue parole hanno fatto eco alle affermazioni del ministro della Sicurezza nazionale Itmar Ben-Gvir, secondo cui “tutte le roccaforti di Hezbollah dovrebbero essere bruciate, dovrebbero essere distrutte”, e a quelle del capo di Stato maggiore delle Idf Herzi Halevi, che ha spiegato come “si avvicina il punto in cui deve essere presa una decisione e le Idf sono pronte alla guerra in Libano”. Sulla questione è intervenuto anche il membro del gabinetto di guerra Benny Gantz: “Le ostilità al confine settentrionale con il Libano saranno risolte entro l'inizio del prossimo anno scolastico, il 1° settembre. Finirà con un accordo diplomatico o con un'escalation militare”.

Nella prima settimana di giugno gli Hezbollah hanno lanciato diversi attacchi contro Israele, provocando svariati incendi in Galilea. Dal 7 ottobre a oggi, 60mila persone sono state costrette ad abbandonare le loro case e non si sa ancora quando potranno farvi ritorno.

L’ultradestra alleata di Netanyahu ha accusato il governo di aver adottato una linea “debole” nei confronti dei terroristi libanesi e il capo dell’opposizione Yair Lapid ha parlato di “un governo di totale abbandono”, che lascia bruciare il nord e con esso “la deterrenza israeliana”.

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