Guerra

Yemen, gli Houthi: "Usa e Regno Unito ci stanno bombardando"

Raid aerei da parte di Stati Uniti e Regno Unito contro un aeroporto yemenita controllato dagli Houthi, nella giornata in cui si registrano i primi morti causati dagli attacchi dei ribelli nel Mar Rosso

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Sarebbero in corso alcuni raid aerei britannici e americani contro l'aeroporto di Hodeidah, quarta città dello Yemen, sotto il controllo Houthi. Da quando sono iniziate le ostilità, quella di oggi è stata una delle giornate più complicate, considerando anche i primi morti sotto gli attacchi dei ribelli. Si tratta di due marinai che erano a bordo di una nave mercantile che stava attraversando il Golfo di Aden.

La nave era la portarinfuse True Confidence, battente bandiera delle Barbados, per la quale è stata chiamata l'evacuazione completa di tutto l'equipaggio a causa di un missile che l'ha danneggiata in maniera irreversibile. "Le conseguenze degli attacchi Houthi si fanno sentire a livello globale", ha affermato il portavoce del Dipartimento di Stato americano Matthew Miller. Per questa ragione, ha proseguito, gli Stati Uniti "continueranno a prendere di mira i flussi di finanziamento che consentono attività così destabilizzanti". Ha, quindi, annunciato nuove sanzioni per i ribelli da parte di Washington, colpendo "due armatori e due navi per il trasporto di merci per conto di un sostenitore degli Houthi con sede in Iran". Ma al momento niente sembra fermare i ribelli dal loro intento: secondo alcune analisi effettuate da esperti del settore che da anni studiano l'atteggiamento degli Houthi, infatti, la guerra in Palestina scatenata da Israele dopo il 7 ottobre sarebbe solamente il pretesto per iniziare le operazioni nel Mar Rosso.

"Le Forze Armate yemenite continueranno a svolgere i loro doveri religiosi, morali e umanitari nel sostenere il popolo palestinese oppresso: le operazioni nel Mar Rosso e Mar Arabo non si fermeranno finché non cesserà l'aggressione e l'assedio nella Striscia di Gaza", ha riferito il portavoce militare dei ribelli sciiti filoiraniani, Yahya Saree. Anche gli Stati Uniti, che hanno iniziato le operazioni lo scorso gennaio, non sono intenzionati a fare passi indietro sulla questione: "Continueremo a ritenerli responsabili. Chiediamo ai governi di tutto il mondo di fare lo stesso".

Queste le parole di Miller che preannunciano ostilità ancora per un lungo periodo nel Mar Rosso, il che rischia di compromettere i commerci mondiali ma, soprattutto, di causare enormi conseguenze negative ai commerci nel Mediterraneo, con ripercussioni devastanti sulla filiera italiana.

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