Nasrallah minaccia Israele per la morte di al-Arouri: "Risposta ineluttabile"

Il leader di Hezbollah è tornato a parlare dell'uccisione del numero due di Hamas a Beirut, definendola una "violazione inaccettabile" e mettendo in guardia Tel Aviv sul compiere altre azioni del genere a Beirut

Nasrallah minaccia Israele per la morte di al-Arouri: "Risposta ineluttabile"
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Gli Hezbollah minacciano vendetta. Il leader del Partito di Dio libanese, Hassan Nasrallah, è tornato di fronte alle telecamere per la seconda volta dalla morte del numero due di Hamas Saleh al-Arouri, avvenuta martedì due gennaio dopo un raid israeliano su Beirut, dichiarando che la risposta dei miliziani sarà “ineluttabile" sul "campo di battaglia".

Non possiamo mantenere il silenzio su una violazione di questa portata poiché significherebbe che tutto il Libano resterebbe esposto”, ha tuonato Nasrallah. “Noi combattenti di tutte le zone di confine risponderemo a questa pericolosa violazione, al posto giusto e nel momento giusto”. Il capo degli Hezbollah ha anche avvertito Israele di non ripetere un’azione del genere nella capitale del Paese dei Cedri, per poi affermare che se lo Stato ebraico vincerà a Gaza “il Libano del Sud sarà il prossimo. La battaglia di oggi non riguarda solo la Palestina”. Il leader di combattenti sciiti ha inoltre sottolineato che “nessun punto del confine è stato risparmiato” dalle azioni dei suoi uomini, che dal 7 ottobre ad oggi hanno compiuto 670 operazioni contro 48 postazioni delle Idf, con un media di sette attacchi ogni 24 ore e “punte di 23 in certi giorni”.

Il segretario del Partito di Dio ha anche rivolto un appello agli abitanti delle regioni settentrionali di Israele: “Hanno il diritto di avere paura e chiedono al loro governo una guerra con il Libano: questa è una pessima scelta e voi sarete i primi a pagare il prezzo di questa pessima scelta nel nord di Israele”. Nasrallah li ha esortati a chiedere al premier Benjamin Netanyahu una tregua nella Striscia per fermare gli attacchi alla Linea blu. Nelle scorse settimane, le autorità israeliane hanno evacuato oltre 80mila persone da queste zone.

Per quanto riguarda l’esercito della stella di David, il leader degli Hezbollah ha dichiarato che “non ammette le perdite tra le sue fila” e che “alcune organizzazioni in Israele” hanno parlato di 12mila militari feriti in modo invalidante. “Se conosceste il numero reale dei morti e dei feriti nelle file del nemico, avreste capito la necessità di combattere su questo fronte”, ha concluso Nasrallah.

Un discorso, questo, in linea con i toni bellicosi usati fin dal 7 ottobre che, fino ad ora, non si sono tradotti in azioni concrete su vasta scala. Il fronte libanese, infatti, è al momento un teatro secondario per gli israeliani, ma la situazione potrebbe cambiare nei prossimi mesi. Due brigate delle Idf saranno ritirate da Gaza e riposizionate a nord perché, come dichiarato da alcuni ufficiali, “il primo semestre del 2024 sarà critico anche qui” e “la situazione al fronte nord non potrà continuare così”.

Nelle previsioni delle alte sfere militari di Tel Aviv, dunque, vi è la possibilità di un allargamento del conflitto o di azioni

preventive volte a spezzare gli Hezbollah prima che decidano di intervenire a fianco di Hamas. Il blitz che ha portato all'eliminazione di al-Arouri potrebbe esser il primo passo verso l'incendio di un nuovo campo di battaglia.

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