Guerra in Ucraina

Guerra dei droni contro i tank russi: ecco cosa succede davvero al fronte ucraino

Guida con visuale in prima persona e intelligenza artificiale: è il salto di qualità nella guerra dei droni sul fronte ucraino. Così le truppe di Kiev

Guerra dei droni contro i tank russi: ecco cosa succede davvero al fronte ucraino

Il fronte ucraino è primo ad aver assistito alla guerra dei "droni" che sono stati largamente impiegati da entrambe le parti. Secondo gli osservatori però, le forze armate di Kiev hanno raggiunto nuove capacità attraverso la guida con visuale in prima persona e attraverso l'impiego dell'intelligenza artificiale.

Le forze di terra ucraine hanno elevato le loro capacità di attacco attraverso l'impiego di droni armati supportati da nuove tecnologie. Lo dimostra l'impiego di droni Fpv - che prevedono l'impiego di una telecamera a bordo del drone che "trasmette video in tempo reale" agli operatori che li pilotano da remoto con l'ausilio di occhiali del tipo Vr o via tablet - e nuove "capacità" di attacco automatizzate che grazie all'Intelligenza Artificiale sembrano guidare di droni-killer sull'obiettivo.

Le informazioni sono ancora scarse ma i video in circolazione parlano chiaro: le forze speciali ucraine e le avanguardie delle brigate meccanizzate come la 63ª e la 60ª, e la 46ª Brigata aereomobile, che stanno conducendo da due anni la prima guerra di droni della storia, hanno conseguito nuove capacità tecniche e tattiche. Le immagini mostrano spesso droni che piombano su veicoli russi con una visuale in prima persona che consente all'operatore di "cercarli sul campo" di battaglia, ma la corsa finale dopo la fase di puntamento ora sembra "automatizzata".

Come fanno notare su The War Zone, dove hanno analizzato con attenzione i video, un drone ucraino con visuale in prima persona (Fpv) ha ingaggiato un carro armato russo "senza che l'operatore sia coinvolto negli ultimi momenti del suo volo". Il tank si trovava sul bordo di una linea alberata in pieno giorno mentre viene colpito con una certa precisione alla torretta. "Qualcosa è cambiato" nelle tattiche o nei sistemi che proprio l'intelligence militare ucraina sembra aver adottato al mondo attraverso droni commerciali modificati per il combattimento.

Secondo quanto riportato: "droni si sono evoluti e ora sono in grado di colpire i bersagli in modo quasi indipendente". I video portati a testimonianza dell'evoluzione vengono accompagnati da spiegazioni dove si può leggere: "il drone è volato verso l'obiettivo in condizioni di soppressione attiva da parte dei sistemi di guerra elettronica, ma ciò non lo ha fermato. Perché nella fase finale ha fatto il suo lavoro da solo”. Questo "pilota automatico" che mantiene la rotta del drone verso il suo bersaglio nonostante il deterioramento o l'interruzione del collegamento drone/operatore nella fase terminale di attacco potrebbe quindi includere una qualche forma di guida terminale automatizzata.

L'AI contro la guerra elettronica

Ciò dimostrerebbe che le nuove tecnologie impiegate dagli ucraini vanno viste anche come una risposta alla "guerra elettronica", avviata dalle truppe di Mosca per combattere droni aerei, droni marittimi e missili guidati che continuano inesorabilmente ad andare a segno. Almeno in parte - se considerate le informazioni che riceviamo attraverso video inconfutabili.

Come è noto, le attività di jamming condotte dai russi cercano di contrastare ogni tipo di minaccia guidata, in particolare droni, ma anche collegamenti dati e sistemi di navigazione e guida gps delle armi di precisione fornite dagli occidentali. In passato i video diffusi hanno spesso mostrato come il collegamento tra drone attaccante e operatore fosse deteriorato dalle contromisure russe. Sempre più diffuse sui veicoli più avanzati che vengono schierati in prima linea.

L'applicazione dell'intelligenza artificiale nella fase conclusiva della corsa d'attacco di un qualsiasi tipo di drone - compresi i droni di economici di bassa fascia - potrebbe supplire il problema; o almeno contribuirebbe a limitare/inibire il disturbo; portando il drone sul bersaglio. In questo modo i droni potrebbero addirittura "agganciare il bersaglio" ed effettuare un "attacco finale in modo autonomo" prevedendo, potenzialmente, la capacità di colpire anche bersagli in movimento se privati del loro pilota in remoto.

Come i droni killer americani

Una caratteristica simile a quella sovraesposta è presente nei droni suicidi o "munizione circuitante" del tipo Switchblade: un'arma prodotta negli Stati Uniti e già fornita all'esercito ucraino che ne ha potuto testare il successo in azione contro l'armata russa. Lo Swichblade è di fatto "assistito dall’apprendimento automatico" che guida il drone sul bersaglio, consentendogli di ingaggiare e colpire obiettivi in movimento con grande precisione. Anche su terreni complessi e soggetti a ostacoli terzi come vegetazione, tralicci o dislivelli.

Il tipo di "pilota automatico" che interverrebbe per completare la sua corsa sul bersaglio nei droni ucraini che hanno già integrato sistemi di pilotaggio più avanzati degli Fpv convenzionali, dovrebbe essere diverso. Ma rappresenta comunque la prove evidente di come e quanto l'intelligenza artificiale sarà parte integrante e sempre maggiore nei sistemi d'arma guidati da remoto.

Al fine di garantire l'efficacia necessaria, indipendentemente dagli operatori umani e dal collegamento dati che verrà sempre maggiormente contrastato dai sistemi di guerra elettronica.

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