Guerra in Israele

Hamas diffonde il primo video di un ostaggio. A Tel Aviv Blinken nel rifugio con Netanyahu

L'Idf continua la sua campagna di bombardamenti. Sono ormai più di un milione gli sfollati nella Striscia. Secondo il presidente Biden, serve una soluzione verso uno Stato palestinese. L'Iran considera gli stati Uniti già parte del conflitto. Ancora in bilico la situazione al valico di Rafah. Sale la tensione al confine con Libano per nuovi scontri a fuoco

Hamas diffonde il primo video di un ostaggio. A Tel Aviv Blinken nel rifugio con Netanyahu

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Nuova notte di bombardamenti nella Striscia. Biden: "L'occupazione di Gaza sarebbe un errore"| La diretta

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Altra notte di bombardamenti israeliani a Gaza e al confine con il Libano. L'Idf ha comunicato di aver distrutto alcune postazioni di Hezbollah e nella Striscia vi sarebbero "diverse vittime". Media vicini ad Hamas hanno affermato che i raid dell'aviazione dello Stato ebraico si sono intensificati dall'inizio della guerra e che questa è stata "la notte più violenta".

Secondo il ministero della Sanità di Gaza, i morti sarebbero 2.750 e i feriti oltre 9.700. Gli sfollati nell'exclave palestinese sono oltre un milione e gli ospedali sono sempre più vicini al collasso. L'Onu ha previsto che, entro 24 ore, essi esauriranno le loro riserve energetiche. Le forze israeliane hanno condotto anche diversi blitz in Cisgiordania, effettuando 360 arresti nelle città di Hebron, Betlemme, Nablus e Gerico. Delle persone finite in manette, secondo l'Idf 210 sono terroristi. Inoltre, l'esercito israeliano ha continuato a bombardare le postazioni di Hamas durante la giornata, colpendo decine di obiettivi. Fonti dell'Idf hanno confermato la distruzione di "quartier generali di Hamas, siti di lancio di mortai e una serie di compund militari".

Intanto, gli Stati Uniti e Israele stanno lavorando per una possibile visita del presidente Biden a Tel Aviv. Sarebbe una forte dimostrazione di sostegno verso il principale alleato di Washington in Medio Oriente. Secondo Heraatz il leader della Casa Bianca dovrebbe atterrare nello Stato ebraico mercoledì. Nel frattempo, il segretario di Stato americano Antony Blinken è tornato in Israele, per nuovi colloqui con il primo ministro Benjamin Netanyahu. Per domani, invece, è previsto l'arrivo del cancelliere tedesco Olaf Scholz. Respinta, invece, la richiesta di visita del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Sempre sul fronte diplomatico, il presidente russo Vladimir Putin oggi avrà dei colloqui telefonici con il premier israeliano, il presidente dell'Autorità nazionale palestinese Abu Mazen e i leader di Egitto, Siria e Iran. Il Cremlino, inoltre, ha ribadito la sua richiesta di un "cessate il fuoco immediato".

Hamas diffonde primo video ostaggio

Hamas ha pubblicato il primo video che mostra uno dei 200 o più ostaggi israeliani detenuti dai gruppi terroristici nella Striscia di Gaza. Il breve video mostra una giovane donna che viene curata dopo essere stata ferita a un braccio, e in seguito parla alla telecamera. La donna dice il suo nome e dove si trovava quando è stata catturata il 7 ottobre dai terroristi palestinesi e chiede di poter tornare a casa. "Mi chiamo Maya Sham, ho 21 anni e sono di Shoham. In questo momento sono a Gaza". Lo dice la ragazza israeliana (con cittadinanza anche francese) nel video diffuso da Hamas e pubblicato da Haaretz. "Sabato mattina presto stavo tornando da una festa nell'area di Sderot. Sono stata gravemente ferita alla mano. Mi hanno portato a Gaza e mi hanno portato all'ospedale per tre ore. Si sono presi cura di me, fornendomi farmaci. Vi chiedo solo di riportarmi a casa il più presto possibile dalla mia famiglia, dai miei genitori, dai miei fratelli. Per favore, fatemi uscire di qui il più presto possibile", dice l'ostaggio.

Blinken nel rifugio con Netanyahu per 5 minuti

Il segretario di Stato Usa Antony Blinken e il premier israeliano Benyamin Netanyahu si sono rifugiati in un bunker oggi per circa cinque minuti dopo che le sirene per l'allarme aereo hanno riecheggiato a Tel Aviv proprio mentre era in corso una riunione fra i due. Il capo della diplomazia americana e il leader israeliano sono intanto usciti dal rifugio e hanno ripreso i colloqui presso il centro di comando del ministero della Difesa, ha riferito un portavoce del dipartimento di Stato Usa citato dai media internazionali.

Pioggia di missili su Gerusalemme e Tel Aviv

Le brigate al-Qassam di Hamas hanno annunciato di aver lanciato una raffica di missili contro Gerusalemme e Tel Aviv, in risposta alle azioni di Israele che "hanno preso di mira i civili".

Ucciso il capo dell'intelligence di Hamas

L'esercito israeliano ha comunicato di aver ucciso il capo dell'intelligence generale di Hamas a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza.

L'ammissione di colpa dei servizi segreti israeliani

Ronen Bar, capo dello Shin Bet (servizi di sicurezza interni), ha ammesso le sue colpe di fronte allo staff e ai dipendenti dell'agenzia di intelligence: "Nonostante una serie di azioni che abbiamo intrapreso, sfortunatamente sabato non siamo riusciti a generare un avvertimento sufficiente che ci avrebbe permesso di contrastare l'attacco. Come capo dell'organizzazione, la responsabilità di questo ricade su di me".

Sirene a Gerusalemme, spospesa la seduta della Knesset

L'allarme missilistico è suonato a Gerusalemme, Tel Aviv e nel centro di Israele. L'allerta ha costretto i parlamentari della Knesset a sospendere la seduta e a recarsi nei rifugi. Le sirene sono suonate una seconda volta poco tempo dopo la prima. Pare che i missili siano stati intercettati dal sistema Iron dome. Un terzo allarme è stato diramato attorno alle 19:00 italiane.

Spari dal Libano, Israele usa l'artiglieria

L'Idf ha riferito che i soldati stanziati a nord, lungo il confine con il Libano, sono stati attaccati a colpi di arma da fuoco. L'esercito israeliano ha risposto con l'artiglieria. Gli Hezbollah hanno rivendicato l'attacco a cinque basi dello Stato ebraico.

Netanyahu: "Trionferemo, ne va della nostra esistenza"

"Hamas fa parte dell'asse malvagio formato da Iran e Hezbollah. Mirano a gettare il Medio Oriente in un abisso di caos". Con queste parole il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha aperto la riunione invernale della Knesset. "Anche dopo 75 anni, la guerra d'indipendenza non è finita. Vinceremo, perchè qui è in gioco la nostra esistenza". Il leader del Likud ha poi paragonato i terroristi palestinesi alla Germania nazista, definendo il conflitto in corso come "una guerra tra forze della luce e forze dell'oscurità, tra umanità e bestialità".

Israele: "Non chiedeteci di fermarci"

Il responsabile del governo israeliano per la sorte degli ostaggi a Gaza, Gal Hirsch, ha incontrato al ministero degli Esteri più di centro ambasciatori e diplomatici stranieri. "La mia missione, e quella di tutti coloro che siedono in questa stanza, è quella di riportare a casa i rapiti. Dovete chiamare i vostri governi e chiedere loro di stare dalla parte di Israele", ha detto il rappresentante dell'esecutivo. "Per anni ci avete criticato per la nostra lotta decisa contro il terrorismo, ma non chiedeteci di fermarci. Quando stasera abbraccerete i vostri figli ricordate i bimbi massacrati e rapiti a Gaza".

Confermato il numero di ostaggi

Il portavoce dell'esercito israeliano, il contrammiraglio Daniel Hagari, ha confermato che sono 199 gli ostaggi attualmente nelle mani di Hamas e nascosti nella Striscia di Gaza. L'ufficiale ha spiegato che le forze armate hanno avvisato le famiglie e che sono impegnate nella loro liberazione.

Il governo del Qatar ha espresso ottimismo riguardo alla possibilità di un loro rilascio, sottolineando che "ci sono sforzi regionali e internazionali in corso riguardo al dossier dei prigionieri".

Sunak: "Attacco a Israele un pogrom"

Il primo ministro britannico Rishi Sunak, in un discorso alla Camera dei Comuni, ha affermato che "dovremmo chiamare l'attacco di Hamas con il suo nome: è stato un pogrom". Il premier ha poi confermato che sei cittadini britannici hanno perso la vita a seguito del blitz dei terroristi e che 10 sono ancora dispersi.

Raisi: "Un attacco a Gaza porterà ad una lunga guerra"

Il presidente iraniano Ebrahim Raisi, in un colloquio telefonico con il suo omologo russo Vladimir Putin, ha affermato che le azioni di Israele nella Striscia di Gaza potrebbero portare a "una lunga guerra" in Medio Oriente. Lo ha riferito su X il vice capo di gabinetto per gli affari politici del leader di Teheran, Mohammad Jamshedi: "Raisi ha affermato che l'assedio in corso, l'uccisione di donne e bambini e l'attacco di terra alla Striscia di Gaza e al suo governo legalmente eletto porteranno a una lunga guerra su diversi fronti".

L'Ue annuncia un ponte aereo umanitario

La Commissione europea ha deciso di accelerare l'azione di sostegno alla popolazione palestinese con l'avvio di un ponte aereo che porterà in Egitto aiuti umanitari destinati alle associazioni che operano sul campo a Gaza. I primi due voli partiranno questa settimana e saranno carichi di articoli per alloggi, medicinali e kit igienici.

A Gaza obitori al collasso

Gli obitori nella Striscia di Gaza sono al collasso. Con 2.750 vittime accertate, medici, infermieri e volontari stanno ricorrendo ai freezer dei camionicini dei gelati e del cibo per conservare i cadaveri avvolti nei lenzuoli bianchi.

Il dilemma del valico di Rafah

Il valico di Rafah tra Egitto e Gaza doveva essere aperto per cinque ore a partire dalle 9 del mattino locali (8 italiane), in modo da permettere agli stranieri e ai palestinesti con doppia nazionalità di andarsene e l'ingresso degli aiuti umanitari. L'ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu, però, ha fatto sapere che "non c'è per il momento un cessate il fuoco né l'ingresso a Gaza di aiuti umanitari in cambio della fuoriuscita di cittadini stranieri". Lo "sblocco" del valico era stato deciso dopo l'incontro tra il segretario di Stato americano Antony Blinken e il leader del Cairo al-Sisi.

Attorno alle 9:30 italiane, fonti egiziane hanno comunicato di star ultimando i preparativi per l'apertura del passaggio. La Mezzaluna rossa ha fatto sapere che gli aiuti per i palestinesi "includono medicinali, coperte, materassi e scorte di acqua potabile". Alle 11:30, i funzionari del Cairo hanno confermato che il valico è pronto per essere aperto, ma che non è stato ancora attraversato da camion di aiuti o da cittadini stranieri perché "Israele non ha ancora preso una posizione che consenta l'apertura del valico di Rafah dal lato di Gaza". Secondo alcune indiscrezioni, Tel Aviv vorrebbe poter controllare il carico di ogni veicolo, per verificare che non porti armi all'interno della Striscia.

Il responsabile per gli aiuti umanitari dell'Onu, Martin Griffiths, si recherà domani in Medio Oriente per cercare di contribuire ai negoziati e sbloccare la situazione, permettendo ai palestinesi di ricevere ciò di cui hanno bisogno e scongiure una catastrofe umanitaria. Come riportato dal Guardian, lo staff di Griffiths è già impegnato in "intense discussioni" con Israele, Egitto e altre parti. Nel pomeriggio, però, gli Stati Uniti hanno riferito che il valico "al momento è ancora chiuso. Speriamo che più tardi nella giornata possa essere aperto per qualche ora". Verso le 19:00 italiane, il portavoce del segretario generale dell'Onu Stephane Dujarric ha dichiarato che "non ci sono passi avanti verso una piena apertura".

Iran: "Hamas pronta a rilasciare gli ostaggi se si fermano i raid"

Il portavoce del ministro degli Esteri iraniano Nasser Kanaani ha affermato che Hamas sarebbe pronta a rilasciare i circa 200 ostaggi prigionieri a Gaza, ma in cambio Israele dovrebbe mettere fine ai bombardamenti sulla Striscia. Il rappresentante di Teheran ha dichiarato che alcune esponenti dell'organizzazione terroristica "hanno detto di essere pronti a prendere le necessarie misure per il rilascio dei civili tenuti dai gruppi della resistenza, ma che il loro punto di vista è che tali misure richiedono preparativi impossibili sotto i bombardamenti quotidiani dei sionisti contro varie parti di Gaza". Hamas non ha ancora confermato di aver preso una decisione in tal senso.

Tajani: "Speriamo di far uscire oggi gli italiani da Gaza"

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha affermato di sperare "di far uscire dalla Striscia di Gaza i 10-12 italiani che vivevano lì". Il titolare della Farnesina ha poi aggiunto che "abbiamo rimpatriato il maggior numero possibile di pellegrini, turisti, oltre mille italiani" da Israele.

Erdogan sente Raisi: "Fermare l'escalation"

Il presidente turco Recep Tayyp Erdogan ha sentito il suo omologo iraniano Ebrahim Raisi, a cui avrebbe chiesto di "evitate le azioni che potrebbero causare una escalation della tensione". Il leader di Ankara ha anche sottolineato gli "intensi sforzi" che la sua diplomazia sta compiendo per permettere la consegna degli aiuti umanitari a Gaza e ha ricordato la necessità di "passi positivi reciproci che possano portare a una soluzione duratura del conflitto" tra Israele e i palestinesi.

Cina e Lega Araba chiedono un cessate il fuoco

Il ministro degli Esteri di Pechino Wang Yi, in conferenza stampa con l'omologo russo Lavrov, ha chiesto un cessate il fuoco nella guerra tra Israel e Hamas, sottolineando che le due parti devono tornare "al tavolo dei negoziati per evitare un ulteriore disastro umanitario".

Il segretario della Lega Araba Ahmed Aboul Gheit, durante un incontro dei ministri della Giustizia dei Paesi arabi a Baghdad, ha chiesto "l'immediata cessazione delle operazioni militari" e l'apertura di "corridoi" per aiutare la poplazione palestinese in difficoltà.

Cardinale Pizzaballa: "Mi offro in cambio dei bambini in ostaggio"

Il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, ha confermato in un incontro online la sua "disponibilità assoluta" ad un ipotetico scambio di prigionieri tra lui e i bambini tenuti prigionieri da Hamas a Gaza. Per quanto riguarda la mediazione della Santa Sede, il porporato ha affermato che "abbiamo dato la disponibilità almeno per cercare di far ritornare gli ostaggi, almeno una parte di loro, questo si sta cercando. E' molto difficile perché per una mediazione bisogna avere degli interlocutori. E in questo momento con Hamas non si riesce a parlare".

L'Iran vede gli Usa come parte del conflitto

Il portavoce del governo iraniano Naser Kanaani ha dichiarato che "gli Stati Uniti devono essere ritenuti responsabili dei crimini del regime sionista e l'invio della flotta militare nelle acque della regione è solo un sostegno al tiranno". Come riportato dall'agenzia Irna, il rappresentante di Teheran ha affermato che "qualsiasi partito che sostiene il regime sionista ha la stessa responsabilità internazionale e deve rendere conto alla nazione palestinese. Oggi, vediamo l'ipocrisia dei falsi difensori dei diritti umani riguardo a Gaza in modo più chiaro che mai".

Ha inoltre sottolineato che, per l'Iran, l'invio delle portaerei nel Mediterraneo orientale e le forniture militari a Israele sono indicazioni del fatto che gli Stato Uniti "sono già di fatto parte del conflitto". Infine, Kanaani ha lanciato un avvertimento: "La continuazione dei crimini di guerra contro la popolazione di Gaza e della Cisgiordania può portare ad un ulteriore infiammarsi della situazione".

Raid israeliano a Rafah, 5 morti e 15 feriti

Il ministero degli Interni palestinese, riportato dalla Cnn, ha riferito che almeno 5 persone sono morte e 15 sono rimaste ferite a seguito di un attacco dell'aviazione israeliana a Rafah, nel sud della Striscia, che ha preso di mira un edificio di tre piani senza avvisare preventivamente. L'esercito israeliano non ha ancora commentato sull'accaduto.

Il fronte caldo del Libano: Israele prepara l'evacuazione dei civili

L'Idf sta predisponendo l'evacuazione degli abitanti di 28 villaggi a due chilometri dal confine con il Libano. La decisione dell'esercito e del ministero della Difesa è stata presa alla luce degli attacchi degli Hezbollah. L'Autorità nazionale per la gestione delle emergenze (Nema) ha affermato che i civili saranno trasportati in pensioni pagate dello Stato non appena il loro spostamento sarà approvato dal ministro Gallant.

La frontiera con Beirut è diventata una zona calda da quando è iniziata la rappresaglia israeliana per gli assalti di Hamas di sabato 7 ottobre. L'ultima vittima degli attacchi delle milizie filo-sciite è un ufficiale dell'Idf, ucciso da un missile anticarro. Gli Hezbollah hanno rivendicato di aver colpito cinque siti militari dello Stato ebraico, tra cui un centro dell'esercito nel villaggio di Shtoula. "Se ci mettono alla prova, la risposta sarà letale", ha commentato il portavoce dell'Idf Daniel Hagari. "Hezbollah ha effettuato una serie di attacchi terroristici per distrarre dai nostri sforzi bellici nel sud sotto istruzione iraniana e con il sostegno di Teheran".

Idf: "Fino ad ora uccisi sei alti ufficiali di Hamas"

L'esercito israeliano ha affermato che, nella prima settimana di guerra, sono stati uccise sei figure eccellenti del gruppo terroristico palestinese, appartenenti sia all'ala militare, sia alla gerarchia politica. Nel comunicato dell'esercito viene fatto riferimento a due comandanti coinvolti nei massacri dei civili del 7 ottobre, oltre al responsabile per la sicurezza nel sud della Striscia. A questi, si sono aggiunti il ministro dell'Economia Jawad Abu Shamala, l'incaricato per le Relazioni internazionali del movimento Zakaria Abu Maamar e il capo delle operazioni di sorveglianza aerea a Gaza.

Abu Mazen contro Hamas: "Non ci rappresenta". E ringrazia Mosca per il sostegno

Il presidente dell'Autorità palestinese ha assicurato che le azioni di Hamas "non rappresentano il popolo palestinese". Nel corso di un colloquio con il leader venezuelano Nicolas Maduro, Abu Mazen ha dichiarato che l'Olp è l'unico rappresentante legittimo dei palestinesi. Ha inoltre ribadito il fatto che, secondo lui, lo sfollamento dei cittadini dalla parte nord della Striscia sarebbe una seconda Nakba e ha nuovamente chiesto il rilascio dei prigionieri da entrambe le parti.

Nel pomeriggio, il presidente dell'Anp ha avuto un colloquio telefonico con il presidente Vladimir Putin e lo ha "elogiato la posizione della Russia a sostegno dei diritti del popolo palestinese e di una pace giusta e globale in Medio Oriente, basata sulle risoluzioni internazionali".

Papa alle suore di Gaza: "Vi sono vicino"

Il pontefice ha telefonato alle suore e ai sacerdoti della comunità cattolica di Gaza. "Vi sono vicino, sono vicino a tutti voi", ha detto papa Francesco. La conversazione è stata ripresa e caricata su Facebook da padre Gabriel Romanelli, parroco di Gaza attualmente bloccato a Betlemme.

L'Egitto si prepara ad accogliere i feriti palestinesi

Il ministro della Sanità del Cairo Khaled Abdel Ghaffar ha incontrato il governatore della provincia del Nord Sinai, Muhammad Abdel Fadil Shousha. L'obiettivo della visita era ispezionare ospedali e ambulanze, per assicurarsi che le strutture fossero pronte ad accogliere i rifugiati palestinesi feriti. Il governatore ha parlato di aumentare il livello di preparazione degli istituti ospedalieri, aumentato il personale e le scorte di sangue e medicinali.

Biden: "Occupazione di Gaza un errore"

Il presidente americano Joe Biden ha ribadito che Israele "deve rispondere. Deve attaccare Hamas, che è un gruppo di codardi che si nascondono tra i civili", ma ha affermato anche che "occupare la Striscia di Gaza sarebbe un errore". In un'intervista alla Cbs, il leader della Casa Bianca ha sottolineato la necessità di un'autorità palestinese e di "un percorso verso lo Stato palestinese".

Morti 14 membri dell'agenzia Onu Unrwa

Philippe Lazzarini, capo dell'Unrwa, l'agenzia delle Nazioni Unite che sostiene i rifugiati palestinesi, ha comunicato che 14 membri dello staff sono stati uccisi negli attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza. La maggior parte degli altri 13mila membri dell'agenzia presenti a Gaza sono stati sfollati. Lazzarini ha spiegato che le vittime erano insegnanti, ingegneri, guardie e psicologi, un ingegnere e un ginecologo, per poi porre l'accento sulle condizioni sanitarie "semplicemente spaventose" nell'exclave sotto assedio.

L'Unrwa, inoltre, ha denunciato il fatto che "non ci ci sono abbastanza sacchi per i morti a Gaza" e che la Striscia è rimasta senza elettricità per il quinto giorno consecutivo, "portando sull'orlo del collasso i servizi vitali, compresi quelli sanitari, idrici e igienici, e aggravando l'insicurezza alimentare".

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