Gli orrori della guerra in Ucraina

Non solo il video del prigioniero ucraino giustiziato dai russi. La guerra in Ucraina, come tutti i conflitti, mostra solamente il lato peggiore dell'uomo. Su entrambi i lati della barricata

Gli orrori della guerra in Ucraina

Siamo abitutati a idealizzare la guerra. Forse, sotto sotto, pensiamo che sia combattuta da gentiluomini che hanno di fronte a sé non un nemico ma un avversario che, in quanto tale, deve essere sconfitto seguendo determinate regole. A volte siamo tentati di pensare alla guerra come a una sorta di duello di massa. Ma così non è. L'epoca dei cavalieri e della guerra combattuta in maniera romantica è finita da un pezzo, come ha raccontato Ermanno Olmi ne Il mestiere delle armi. Certo, ci sono le leggi internazionali che dovrebbero mantenere la guerra a un livello di decenza generale e condivisa. Eppure, le immagini che arrivano dal fronte ucraino contraddicono questa visione idealizzata. La guerra è sempre una cosa sporca. Che sa di sangue. Che puzza di morte. E di orrore. Soprattutto la guerra contemporanea, fatta di tecnologia e di droni che permettono di ammazzare a migliaia di chilometri di distanza.

L'ultimo video che mostra i soldati russi che ammazzano un prigioniero ucraino disarmato ha sdegnato molti. Giustamente. I prigionieri di guerra, secondo la convenzione di Ginevra, devono essere rispettati. Il che significa innanzitutto che non possono essere ammazzati, soprattutto in maniera così brutale come nel filmato diffuso in rete. E che non è nemmeno il peggiore. Ricordiamo quelli dei soldati della Wagner che ammazzano i traditori fracassando loro il cranio con un martello.

Ma arrivano anche video dall'altra parte della barricata, quella ucraina. Nei primi mesi del conflitto i giornali avevano (timidamente, va detto) pubblicato un filmato in cui i soldati di Kiev gambizzavano i prigionieri russi. Ed era quella la parte che si poteva vedere. Quello che è successo a quei soldati una volta spenta la videocamera è impossibile da sapere. Ciò che è accaduto a un altro militare, invece, è noto. Il video mostra i soldati ucraini chiamare la madre di un ragazzo ucciso in battaglia. "Iliusha, Iliusha", lo chiama lei. Ma lui non c'è più. I militari di Kiev, ridendo, dicono: "È morto. Ha fatto tre errori: si è perso, si è perso in Ucraina, è morto come un cane". La madre non crede a questa storia. O meglio: non vuole crederci. Spera che il suo Iliusha sia ancora vivo. Ma il militare ucraino: "Non è rimasto niente di questo qui, è rimasto solo il culo, la gamba è staccata dal corpo, per fortuna è rimasto solo il telefono per chiamarvi e dirvi che lo stronzo fottuto non c’è più". Ora non c'è più solo la mamma, ma anche la fidanzata di Iliusha. Stessa reazione: non vuole credere che il ragazzo sia morto. E i soldati di Kiev: "Cosa devo farvi vedere che lo stanno mangiando i cani, non abbiamo tempo per seppellire i vostri russi, li lasciamo finire ai cani, da un lato c’è la gamba, dall’altro la testa, è tutto sparso".

Ci sono stati però altri video che i giornali hanno pubblicato quasi estasiati. Come quello in cui si vedeva un drone sganciare granate contro alcuni soldati russi che, in pochi frangenti, dovevano lottare per per riuscire a salvarsi. Prede di una caccia disumana. Ma mentre guardiamo quelle immagini ci dimentichiamo di avere davanti a noi, sui nostri telefonini o sugli schermi dei nostri pc, degli uomini. Che noi giudichiamo essere dalla parte sbagliata della storia. Ma che, spesso, sono stati semplicemente spediti lì per combattere una guerra senza chiedere mai se fosse giusta o sbagliata. Facendo unicamente il proprio dovere. Da una parte e dall'altra. Ucraina e russa. Uomini, prima di tutto, di fronte alla bestialità della guerra. E nemici, come i fratelli di Robert Brasillach: "I secoli non conosceranno la verità. Non sapranno che ci siamo amati.

Che eravamo uguali, e parimenti accaniti nel salvare la terra paterna, ma obbligati ad indossare l’un contro l’altro questa maschera di collera e di ingiustizia. Crederanno che ci siamo odiati, disprezzati, quando invece il nostro cuore era piano d’immenso amore e della più totale comprensione".

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