
La canicola estiva è un refolo di vento in confronto all’estate bollente che attende Kiev, destinata, senza il vitale supporto Usa, a perdere la guerra nel giro di un paio di mesi. Non sono parole estratte dal cilindro della narrazione, ma affermazioni che arrivano dai più autorevoli analisti del comparto militare. L’Ucraina è sotto choc dopo la decisione del Pentagono di sospendere il trasferimento di armi considerate vitali soprattutto per difendersi, ma anche per tenere in vita una speranza di vittoria contro le truppe di Putin.
Negli hub di Leopoli, la principale area di stoccaggio delle forniture provenienti dagli Usa, non arriveranno più missili antiaerei PAC3 Patriot, munizioni d’artiglieria da 155 mm, da precisione GMLRS, missili antiaerei Stinger, missili AIM-7 e missili Hellfire. Risulta particolarmente drammatica l’imminente assenza dei PAC-3, gli unici in grado di intercettare gli ordigni balistici di Mosca. Anche la mancanza di munizioni GMLRS risulterà imbarazzante, perché senza vettori ad alta precisione i sistemi di razzi a lancio multiplo HIMARS ucraini diventeranno soprammobili ingombranti e nulla più. L’interruzione delle consegne dei missili aria-aria AIM-7, progettati per i caccia F-16, colpirà duramente Kiev che perderà un mezzo chiave per combattere gli shahed russi, droni che terrorizzano ogni giorno obiettivi civili.
Gli analisti sono concordi nell’affermare che per Kiev saranno settimane drammatiche. Tom Karako, esperto di difesa missilistica presso il Centro Studi Strategici Internazionali, non ha dubbi: «La difesa aerea non farà vincere una guerra, ma la sua assenza la farà perdere rapidamente'. Sulla stessa lunghezza d’onda il generale di brigata ucraino Gennadiy Shapolovo: 'anche se l’Europa sta facendo del suo meglio, sarà difficile per noi senza munizioni Usa'. E il ministro degli Esteri Sybiha aggiunge: 'qualsiasi ritardo incoraggerebbe la Russia a continuare l’invasione'.
La mossa del Pentagono, in sintesi, rischia di compromettere le residue capacità ucraine di difendere alcune aeree del proprio spazio aereo e di poter contrastare sul campo le superiori forze terrestri nemiche. Al netto dei continui attacchi notturni con droni, che ora Kiev potrebbe non saper più come neutralizzare, preoccupano le situazioni di campo nelle aree di Sumy, Donetsk, Dnipropetrovsk e Zaporizhzhia. Per frenare l’avanzata dell’orso di Mosca, che spara ogni giorno decine di missili oltre le linee del fronte per alimentare ulteriori teste di ponte, i sistemi Patriot rappresentano l’unico deterrente, tant’è che Zelensky è anche disposto a comprarli da Washington. Come se non bastasse, a fronte dell’assenza di forniture pro-Kiev, Mosca sta incrementando la produzione di missili balistici, e ne acquista anche dalla Corea del Nord. L’intelligence militare ucraina fa sapere che i russi confezionano ogni mese dai 60 ai 70 Iskander-M balistici e dai 10 ai 15 Kinzhal ipersonici.
In aumentato esponenziale la produzione di droni kamikaze: da 500 a gennaio a 5mila a giugno. L’Ucraina, dice il ministro della Difesa Umerov, potrebbe rispondere mettendo a punto piani per la produzione congiunta di armi con alcuni dei suoi alleati internazionali.