La Polonia: "Pronti a colpire i jet russi"

Varsavia chiede l'appoggio Nato in caso di sconfinamenti. Londra: "Noi d'accordo"

La Polonia: "Pronti a colpire i jet russi"
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Se non è escalation, di certo non è un segnale di distensione. Dopo la violazione dello spazio aereo estone da parte dei Mig russi, arriva una durissima presa di posizioni di tre Stati. La Polonia, paese capofila delle preoccupazioni di chi vive al confine con la Russia, e il Regno Unito, tra i più attivi nell'Alleanza per contrastare le azioni di Mosca. Con il supporto dialettico anche della Repubblica Ceca. Il primo ministro polacco Donald Tusk ha detto che la Polonia è pronta anche ad abbattere jet russi che dovessero sconfinare ancora nel suo spazio aereo, a patto di avere il sostegno unanime della Nato. La ministra degli Esteri britannica Yvette Cooper ha invece spiegato che «se dovremo affrontare l'incursione di aerei che operano nello spazio aereo della Nato senza permesso, lo faremo». Un doppio messaggio che resta tale ma che nel contesto attuale è un segnale molto potente. Alla Russia ma non solo.

Tusk, dopo la sua dichiarazione bellicosa, ha spiegato che una misura drastica come l'abbattimento di un caccia russo potrebbe portare a una «fase molto acuta del conflitto», e che di conseguenza una decisione del genere potrebbe essere presa solo dopo aver avuto l'assoluta certezza di «non essere soli in questo». Il presidente Ceco Petr Pavel, poco prima, aveva lanciato l'ipotesi di colpire i caccia di Mosca in caso di necessità. «Ovviamente non basta per arrivare a una decisione di tale portata», ha commentato Tusk ribadendo la necessità di avere un consenso totale tra gli alleati. Un supporto immediato è arrivato da Londra con la ministra Cooper che ha messo in guardia Putin dal rischio di uno scontro armato con la Nato in caso di ulteriori violazioni.

Il tutto mentre all'Onu si discute dell'ultimo episodio di «escursione» russa non autorizzata sui cieli estoni. «È stata la quarta violazione quest'anno. Una violazione oltraggiosa e un incidente che riguarda tutta la comunità internazionale», ha attaccato il ministro degli Esteri di Tallin Margus Tsahkna. «Le Nazioni Unite non sono in grado di confermare alcuna delle affermazioni relative all'incidente», ha detto Miroslav Jenca, segretario generale aggiunto per gli affari politici Onu, segnalando comunque «le violazioni dello spazio aereo di Paesi sovrani sono inaccettabili». Il Cremlino, invece, come da copione, continua a negare l'accaduto, e anzi torna a minacciare l'Occidente. «Dichiarazioni vuote, infondate e una continuazione della politica assolutamente inarrestabile volta ad aumentare le tensioni e a provocare un clima di conflittualità», che detto da chi ha iniziato e continua a portare avanti una guerra d'invasione fa quantomeno specie.

Propaganda russa a parte, la Nato sembra comunque piuttosto solida nel sostegno a Kiev. «Gli Usa e gli alleati difenderanno ogni centimetro del territorio Nato», ha detto Mike Waltz, neo ambasciatore americano all'Onu. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invece avuto «una conversazione molto dettagliata» con il segretario generale della Nato Mark Rutte sui dei sistemi di difesa aerea che servono al suo Paese.

Nel frattempo ieri sera l'aeroporto di Copenaghen è stato costretto al blocco delle attività dopo che sono stati avvistati almeno 3 droni nelle vicinanze. La polizia danese è intervenuta e le indagini sono in corso. Un post di FlightRadar su X afferma che almeno 15 voli sono stati dirottati verso altri aeroporti.

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