Gli Stati Uniti hanno lanciato una vasta offensiva aerea e terrestre contro lo Stato Islamico in Siria centrale, colpendo oltre 70 obiettivi in quella che il Comando centrale americano ha definito l’operazione “Hawkeye Strike”. L’azione militare, annunciata dal Comando centrale americano (Centcom), rappresenta una delle più intense operazioni anti-Isis degli ultimi mesi ed è stata condotta con il supporto delle forze armate giordane, impegnate con aerei da combattimento.
Secondo la nota diffusa dal Centcom su X, l’operazione ha impiegato oltre 100 munizioni di precisione, utilizzando caccia, elicotteri d’attacco e artiglieria contro infrastrutture, depositi di armi e siti operativi noti dell’Isis in diverse località della Siria centrale. L’obiettivo dichiarato è ridurre drasticamente la capacità del gruppo jihadista di riorganizzarsi e pianificare attacchi nella regione e oltre.
L’offensiva arriva in risposta diretta all’attacco del 13 dicembre a Palmira, nel quale sono rimasti uccisi tre militari americani. A confermarlo è stato il segretario alla Difesa Pete Hegseth, che ha parlato di un’azione mirata a “eliminare combattenti, infrastrutture e depositi di armi dello Stato Islamico”. Per l’ammiraglio Brad Cooper, comandante del Centcom, l’operazione è “fondamentale per impedire all’Isis di ispirare complotti terroristici e attacchi contro il territorio statunitense”. Cooper ha ribadito che Washington continuerà a “perseguire senza sosta” chiunque minacci gli Stati Uniti e i loro partner regionali.
Toni durissimi anche dal presidente Donald Trump, che su Truth ha annunciato una “rappresaglia fortissima” contro i “terroristi assassini”, richiamando l’uccisione dei militari americani in Siria. Trump ha affermato che gli Stati Uniti stanno colpendo “le roccaforti dell’Isis in un Paese intriso di sangue ma con un futuro promettente se il gruppo verrà debellato”.
Il presidente ha inoltre sostenuto che il governo siriano appoggia pienamente l’azione statunitense, avvertendo che “tutti i terroristi che attaccheranno o minacceranno gli americani saranno colpiti più duramente di quanto non sia mai accaduto prima”. Il coinvolgimento della Giordania evidenzia la dimensione regionale dell’operazione e il coordinamento tra alleati nella lotta allo Stato Islamico, che nonostante le sconfitte territoriali continua a mantenere cellule attive in Siria.
Mentre Washington parla di successo operativo e deterrenza, restano aperti gli interrogativi sugli equilibri sul terreno e sulle possibili reazioni del
jihadismo internazionale. Una cosa è certa: con Hawkeye Strike, gli Stati Uniti hanno voluto lanciare un messaggio netto, riaffermando che la minaccia Isis resta una linea rossa per la sicurezza americana e dei suoi alleati.