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"Sta costruendo una zona cuscinetto lungo il confine": la strana mossa dell'Egitto

L'Egitto starebbe iniziando a costruire una sorta di zona cuscinetto murata nei pressi della città palestinese di Rafah. Si tratterebbe di un'area nella quale potrebbero vivere oltre 100mila palestinesi

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L'Egitto avrebbe iniziato a costruire un'area murata di cemento di circa 13 chilometri quadrati nel deserto del Sinai, nei pressi del confine con la Striscia di Gaza. È questa l'ultima rivelazione del Wall Street Journal, secondo cui le autorità egiziane sarebbero preoccupate delle conseguenze migratorie derivanti da una spinta militare israeliana nel sud della Striscia, in particolare nella città di Rafah. Qui è infatti ammassata più della metà dei 2,3 milioni di abitanti di Gaza. Molti di loro sono giunti in loco dopo gli ordini di evacuazione israeliani. Non è chiaro dove questi abitanti potrebbero trovare rifugio quando e se le Forze di difesa israeliane (Idf) dovessero aumentare la pressione nella citata Rafah. Per questo l’Egitto ha pensato bene di rafforzare i propri confini in vista di ipotetici disordini pubblici e prendere adeguate contromisure.

La zona cuscinetto dell'Egitto

La zona cuscinetto murata, in fase di costruzione, rappresenterebbe un'area nella quale potrebbero vivere oltre 100mila persone, hanno spiegato funzionari egiziani e analisti. Con questo obiettivo sono state inviate un gran numero di tende nella zona. Per settimane l'Egitto ha cercato di rafforzare la sicurezza lungo la frontiera per tenere fuori i palestinesi, schierando soldati e veicoli corazzati, e rinforzando recinzioni.

Il dispiegamento dei mezzi ha avuto luogo prima dell’espansione delle operazioni militari israeliane attorno a Rafah, dove gran parte della popolazione locale ha cercato sicurezza, acuendo i timori del Cairo che i palestinesi possano essere presto costretti a lasciare l’enclave in massa dirigendosi verso l’Egitto.

Con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che ripete che il suo esercito dovrà combattere Hamas proprio a Rafah, i funzionari egiziani temono che un'ampia offensiva di Tel Aviv possa verificarsi in poche settimane. In caso di un grande esodo di palestinesi, l'Egitto cercherebbe di limitare il numero di rifugiati ben al di sotto della capacità dell'area idealmente a circa 50-60mila unità.

Le preoccupazioni del Cairo, le mosse di Israele

L'Egitto ha cercato a lungo di evitare che un diluvio di rifugiati potesse riversarsi oltre i suoi confini, anche minacciando di abbandonare il suo decennale trattato di pace con Israele. Nelle scorse ore, il governatore della regione egiziana del Sinai del Nord ha negato le prime notizie sulla costruzione di un potenziale campo profughi per palestinesi, affermando che l'attività nell'area faceva parte di uno sforzo per realizzare un inventario delle case distrutte durante la passata campagna militare egiziana contro gli estremisti dello Stato islamico nell'area.

Israele ha ritirato i negoziati per un potenziale accordo di cessate il fuoco mercoledì, lasciando intendere che il Paese andrà avanti con la sua offensiva a Rafah. Il direttore della Cia, William Burns, ha intanto incontrato Netanyahu e il direttore del Mossad, David Barnea, per continuare i colloqui. Joe Biden, i funzionari delle Nazioni Unite e i leader palestinesi hanno cercato di evitare uno sfollamento di massa di palestinesi da Gaza, temendo che molti non sarebbero stati in grado di mettersi in salvo e rientrare. La situazione è dunque convulsa e carica di tensioni.

Dal canto suo, Israele ha detto che coloro che lasciano le loro case a Gaza potranno tornare in loco al termine delle operazioni militari.

La preoccupazione per lo sfollamento è particolarmente sensibile per i palestinesi a causa dell'esodo dalle loro case durante la guerra del 1948.

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