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Mosca avverte la Nato: "Con truppe in Ucraina guerra inevitabile"

Secondo il presidente francese Macron è necessario prendere decisioni forti per impedire a Putin di vincere. La replica del Cremlino: "Conflitto sarebbe inevitabile"

Mosca avverte la Nato: "Con truppe in Ucraina guerra inevitabile"
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Lunedì 26 febbraio, 20 leader europei si sono riuniti a Parigi per inviare a Vladimir Putin un chiaro messaggio di determinazione e unità. Un momento per dare una “scossa” agli alleati dell’Ucraina, secondo il presidente Emmanuel Macron, per prendere “decisioni forti” e “fare di più” a sostegno di Kiev. Tra le opzioni sul tavolo, è stato inserito anche l’invio di truppe Nato nel territorio del Paese invaso.

Non c’è consenso in questa fase sull’invio di truppe sul terreno”, ha chiarito l’inquilino dell’Eliseo. “Non bisogna escludere nulla. Faremo tutto il possibile affinché la Russia non vinca”. Parole dirompenti, queste, rilanciate anche dal primo ministro Gabriel Attal: “Non si può escludere niente in una guerra in corso nel cuore dell'Europa”. Secondo Macron, è necessario mantenere una visione dinamica, che comprenda qualunque alternativa per frenare le mire espansionistiche dello zar.

Le sue affermazioni hanno generato reazioni forti, innanzi tutto nella stessa Francia. "Non so se tutti si rendono conto della gravità di una simile affermazione. Emmanuel Macron gioca a fare il leader della guerra, ma è della vita dei nostri figli che parla con tanta noncuranza”, ha scritto Marine Le Pen su X. “La posta in gioco è la pace o la guerra nel nostro Paese”. Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha sottolineato che l’invio di truppe occidentali in Ucraina segnerebbe l’inizio del conflitto tra Nato e Federazione. “In questo caso non possiamo parlare di probabilità, ma di inevitabilità. Ed è così che la valutiamo”, ha commentato, spiegando come il semplice fatto di evocare questa possibilità rappresenti “un nuovo elemento molto importante” nel conflitto.

Per quanto riguarda gli alleati del Patto atlantico, il segretario generale Jens Stoltenberg ha affermato all’Associated Press che il blocco a guida statunitense non invierà soldati a Kiev. “Gli alleati della Nato stanno fornendo un sostegno senza precedenti all'Ucraina. Lo abbiamo fatto dal 2014 e abbiamo intensificato dopo l'invasione su vasta scala. Ma non ci sono piani per truppe da combattimento della Nato sul terreno in Ucraina”, ha dichiarato. Una posizione, questa, condivisa anche dal primo ministro slovacco Robert Fico, dal premier ceco Petr Fiala e dal suo omologo svedese Ulf Kristersson. Quest’ultimo ha affermato che il suo Paese non ha in programma l’invio di truppe nel Paese invaso e che, per il momento, si sta concentrando sule spedizioni di “equipaggiamento avanzato”. Kristersson ha osservato anche che l’Ucraina non ha chiesto soldati all’Occidente e che gli Stati Nato hanno differenti attitudini rispetto alle questioni internazionali, “e la tradizione della Francia non è la stessa di quella svedese”. Anche l'Italia ha chiuso alla possibilità di soldati dell'Alleanza a Kiev. "Fin dall'aggressione russa di due anni fa vi è stata piena coesione di tutti gli Alleati nel supporto da offrire a Kiev. Questo supporto non contempla la presenza sul territorio ucraino di truppe di Stati europei o Nato", si legge in una nota di Palazzo Chigi.

Più allineato con Macron, il presidente polacco Andrzej Duda ha dichiarato che, durante il vertice di Parigi, la discussione più accesa si è verificata proprio su questo argomento.

In futuro non può essere escluso, ma oggi non c'è consenso sullo schieramento ufficiale”, ha spiegato alla radio, mantenendo dunque il suo Paese sulla linea dura contro a Russia manifestata sin dall’inizio del conflitto

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