Nuovi raid di Kiev in Russia: escalation negli giorno dei negoziati Mosca-Kiev

Escalation sul campo e diplomazia in bilico: attacchi incrociati nella notte dopo l'attacco a sorpresa di Kiev nei punti vitali della Difesa russa

Nuovi raid di Kiev in Russia: escalation negli giorno dei negoziati Mosca-Kiev
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Una nuova ondata di attacchi aerei ha scosso nella notte diverse regioni della Russia e dell’Ucraina, a poche ore dall’atteso secondo round di colloqui di pace tra Mosca e Kiev a Istanbul. Mentre i droni ucraini hanno colpito obiettivi nelle regioni russe di Kursk, Lipetsk, Voronezh, Rostov, Ryazan e fino alla base aerea di Borisoglebsk, le difese aeree russe hanno affermato di aver abbattuto ben 162 UAV. Parallelamente, la Russia ha intensificato i propri attacchi, colpendo la città ucraina di Kharkiv con missili balistici e droni: sei feriti, tra cui due minori. Secondo il sindaco della città, un drone ha colpito il quartiere di Kholodnohirsky, danneggiando edifici residenziali e infrastrutture. Un altro attacco ha interessato la città di Nikopol, dove sono stati segnalati tre feriti e danni a una struttura sanitaria.

Nonostante l’inasprirsi degli attacchi, e alla luce della maxi operazione "Tela di ragno" scatenata ieri dda Kiev, le delegazioni di Russia e Ucraina si sono ritrovate oggi a Istanbul per una nuova sessione di negoziati diretti, la seconda in due settimane. L’Ucraina, rappresentata dal ministro della Difesa Rustem Umerov, si è detta pronta a “passi importanti verso la pace”, secondo una fonte anonima della delegazione ucraina citata dall’agenzia AFP. “Se Mosca è disposta a evitare gli stessi ultimatum, oggi potremmo avere sviluppi significativi”, ha affermato la fonte. La delegazione russa è guidata da Vladimir Medinsky, consigliere del presidente Putin, come nel primo round. Il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan presiede i colloqui, affiancato da funzionari dell’intelligence turca. L'incontro, secondo, la Tass si è concluso dopo circa un'ora. Tuttavia, le aspettative restano basse, complici le operazioni militari dell’ultimo fine settimana.

Secondo l’Institute for the Study of War di Washington, Mosca starebbe cercando di guadagnare tempo sul campo di battaglia rallentando i negoziati. Le posizioni restano distanti: Kiev si dice disponibile a discutere un cessate-il-fuoco, ma il Cremlino ha respinto l’ipotesi. L’ultimo round di colloqui, il 17 maggio, si era concluso in meno di due ore con un accordo limitato sullo scambio di prigionieri. La stampa russa segue da vicino gli sviluppi diplomatici. Kommersant sottolinea che la “via ucraina per la pace passa dal Bosforo”, ma mette in evidenza la sfiducia reciproca e la tensione alimentata dagli attacchi. Izvestia riporta dubbi della leadership russa sulla disponibilità ucraina al compromesso, mentre Nezavisimaya Gazeta insiste sull’iniziativa mantenuta da Mosca al fronte, nonostante i droni abbattuti in massa.

Il Regno Unito, intanto, formalizza la preannunciata revisione della sua strategia militare e di difesa rivolgendola in primis verso "la minaccia" attribuita a Mosca per essere "pronto" a un ipotetico scenario di guerra. Lo ha detto il premier Keir Starmer, illustrandola in Scozia, sede della base di sommergibili che rappresentano oggi l'intero deterrente nucleare britannico: "Se vogliamo scoraggiare un conflitto, il miglior modo è prepararsi a un conflitto". Previsti fra l'altro negli anni 12 nuovi sottomarini a propulsione atomica, investimenti miliardari in munizioni e un comando per il coordinamento di cyberattacchi anti Russia e Cina.

Nel frattempo, i combattimenti continuano lungo la linea del fronte di oltre 1.000 km. Le truppe russe hanno guadagnato terreno nelle regioni ucraine di Sumy e Donetsk, spingendo le autorità locali a evacuare 11 villaggi e a dichiarare oltre 200 insediamenti come zone da sgomberare.

L’esercito ucraino ha confermato che Mosca sta concentrando le offensive nei settori di Pokrovsk, Toretsk, Liman e Zaporozhia. Il comandante delle forze di terra ucraine, Mikhail Drapaty, si è dimesso dopo un attacco russo a un’unità di addestramento che ha provocato la morte di 12 soldati.

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