Guerra in Israele

Veicolo Onu colpito vicino a Rafah: un morto e un ferito. Israele: "Stiamo indagando"

Non è ancora chiaro di chi sia la responsabilità dell'attacco. Al Jazeera ha riferito anche della morte di un dipendente dell'Oms sempre a causa di un raid israeliano. L'accusa di Hamas: "Colpi di mortaio delle Idf al valico di Rafah"

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Un veicolo delle Nazioni Unite è stato bersagliato da una raffica di proiettili vicino al valico di Rafah, nella zona sud di Gaza. La notizia è stata riportata da Haaretz, che ha citato rapporti palestinesi. L'Onu ha confermato l'accaduto, affermando che vi sono un morto e un ferito. Entrambi lavoravano per il Dipartimento di Sicurezza e Protezione (Dss) e sarebbero di origine straniera, ma la loro nazionalità non è stata divulgata. Secondo il portavoce Farhan Haq, si stavano recando all'ospedale europeo nella città al confine con l'Egitto per "verificare le condizioni di sicurezza".

Sui social sono circolati vari video dell’automobile colpita. Sono ben visibili i fori sui vetri posteriori di entrambi i lati della vettura. Diversi profili li hanno condivisi, additando l’esercito israeliano come il responsabile dell’assalto. Al momento non è noto chi sia il colpevole, considerando che la città al confine con l’Egitto è una zona di combattimento e che, se da un lato le Idf controllano il valico, dall’altro la presenza di Hamas nell’area circostante il passaggio è ancora forte. Le forze israeliane hanno dichiarato di star indagando sull’accaduto, mentre l’organizzazione terroristica ha affermato che le truppe ebraiche hanno anche sparato colpi di mortaio nella stessa zona. Sempre lunedì 13 maggio, Al Jazeera ha riferito che un dipendente palestinese dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) è morto e un altro straniero è rimasto ferito a seguito di un raid delle forze di Tel Aviv nei pressi di Rafah. Anche questa notizia non è stata verificata in modo indipendente e le Idf non hanno rilasciato alcun comunicato a riguardo.

Nel corso dei mesi di conflitto, sono già avvenuti incidenti che hanno comportato il decesso di personale delle Nazioni Unite o di altre organizzazioni internazionali. Il più noto è l’attacco con drone a un convoglio dell’Ong World Trade Kitchen, che ha causato la morte di sette operatori umanitari. A seguito di quella tragedia, il premier israeliano Benjamin Netanyahu aveva dichiarato l’apertura di un’inchiesta e che il comando militare di Tel Aviv avrebbe “fatto tutto il possibile affinché ciò non accada di nuovo".

Intanto, proseguono i combattimenti nella Striscia. Le forze israeliane sono penetrate nel campo profughi di Jabalyia, dove i terroristi di Hamas stavano cercando di riorganizzare le loro infrastrutture, e hanno ingaggiato i combattenti islamisti anche nei quartieri orientali di Rafah e a Zeitoun, un distretto di Gaza City. L’aeronautica, inoltre, ha colpito circa 200 obiettivi in tutta l’exclave.

Una recrudescenza dei combattimenti, dunque, che allontana la possibilità di una conclusione positiva delle trattative diplomatiche arenatesi per mesi, a causa della resistenza dell’organizzazione palestinese nell’eliminare dalle proprie richieste il ritiro completo delle Idf dalla Striscia e la conclusione definitiva delle ostilità.

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