I punti chiave
Qualche giorno fa si poteva notare una misteriosa Z virtuale "tracciata" sul Mar Nero osservando la mappa dati di rilevazione del Sistema di identificazione automatica (Ais) delle navi commerciali transitanti in quell'area. Lo strano episodio è avvenuto la scorsa settimana e, secondo quanto riferito dal ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento quotidiano di intelligence, si tratterebbe di un falso realizzato da soggetti filorussi non identificati, probabilmente per rafforzare il morale delle forze del Cremlino in vista di una imminente controffensiva ucraina.
La Z virtuale apparsa sul Mar Nero
L'Ais è un sistema utilizzato per tracciare le imbarcazioni e per garantirne la sicurezza. Qualche giorno fa, in concomitanza con l'area occupata dal Mar Nero, sul software open source si poteva notare un'enorme Z, il simbolo pro guerra adottato dai russi. Le tracce che formavano la lettera, lunga 65 chilometri - si legge nel rapporto pubblicato su Twitter da Londra - suggerivano una velocità delle navi fino a 102 nodi (188 km/h).
Questa è la prova più evidente che si trattava di un falso. Detto altrimenti, i dati dell'Ais sono stati falsificati a distanza da qualcuno per creare il bizzarro spettacolo visivo. L'iniziativa, oltre ad essere bizzarra, si è rivelata anche pericolosissima, in quanto ha aumentato il rischio di incidenti marittimi. Il ministero britannico ha inoltre sottolineato che, nonostante questi esercizi virtuali, la flotta russa nel Mar Nero rimane vulnerabile.
Il simbolo "Z" è diventato popolare tra i sostenitori della guerra da quando è esploso il conflitto lo scorso 24 febbraio. È stato visto per la prima volta dipinto sui carri armati che attraversavano l'Ucraina, prima di essere decorato sui cartelloni pubblicitari nelle principali città russe. Descritta come una "zwastika" in alcuni ambienti, ci sono state molte teorie sulla provenienza della lettera e sul perché sia così popolare. C'è chi ha spiegato che questo simbolo sarebbe semplicemente un modo per le truppe russe di distinguere il proprio equipaggiamento da quello del nemico, perché la Russia e l'Ucraina usano mezzi simili.
Il Mar Nero ribolle
Nelle ultime ore, Mosca ha accusato Kiev di aver attaccato una nave da guerra russa con tre droni navali, sempre nel Mar Nero. Nello specifico, nel mirino sarebbe finita la nave Ivan Khurs, impegnata in missioni per assicurare le operazioni dei gasdotti TurkStream e Blue Stream nella zona esclusiva economica turca. Il Cremlino ha fatto sapere che l'attacco è stato sventato e che tutti i droni sono stati neutralizzati.
Il tentativo di colpire la Ivan Khurs è avvenuto, tra l'altro, mentre si vedeva del fumo salire dal gigantesco ponte di Crimea, facendo sospettare che anche l'infrastruttura potesse aver subito un attacco. Ricordiamo che il ponte di Kerch, che collega la penisola di Crimea alla regione russa di Krasnodar, era stato riaperto mercoledì dopo essere stato chiuso per diverse ore per esercitazioni.
In seguito ai sospetti attacchi contro la nave spia russa e il ponte di Crimea, il capo dell'agenzia di intelligence straniera russa (Svr), Sergey Naryshkin, ha puntato il dito contro la Gran
Bretagna e gli Stati Uniti. "Gli anglosassoni dovrebbero essere avvisati di affrontare i propri conflitti civili interni. O ancora meglio andare dal loro amico di vecchia data: il diavolo", ha dichiarato Naryshkin.
[1/4] Analysis by Geollect indicates that since 14 May 2023, commercial vessels’ Automatic Identification System (AIS) data has been remotely spoofed to create the impression of a 65km long Russian pro-war Z symbol on the Black Sea, visible on open source tracking software. pic.twitter.com/aHUi5kqI6c
— Ministry of Defence (@DefenceHQ) May 25, 2023
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