Guido: «Da sei mesi aspetto la liquidazione»

«Meglio la strada. È molto più pulita di un dormitorio. Là è pieno di ladri, ubriaconi, tossici. Non puoi nemmeno chiudere un occhio che ti ritrovi la mattina senza nemmeno le scarpe». Guido ha 48 anni, ex responsabile di un punto vendita di una famosa catena commerciale. «Ex» perché quando l’azienda ha chiuso, ha perso in un colpo solo l’impiego e la casa che aveva in affitto dal datore di lavoro. «Sono sei mesi che vivo per strada - continua - e che aspetto la liquidazione». Il suo letto non è ancora pronto. I cartoni sono appoggiati a una parete in via Santa Radegonda, dove c’è il cinema Odeon. «Fino alla mezzanotte qui non puoi stare tranquillo - spiega Guido -. Bisogna aspettare che escano tutti e se ne vadano per mettersi a dormire». Passare da una casa al marciapiede è stato uno shock, dice, indescrivibile perché si perde ogni punto di riferimento; puoi stare bene o male e nessuno se ne accorge. «Ho letto sul giornale dei cinque morti, ma piuttosto che andare nei centri di accoglienza, me ne sto sotto un albero al gelo. Nel cartone con sacco a pelo non fa freddo». Guido era stato nel dormitorio di viale Ortles una delle sue prime sere da clochard.

«Ci sono degli stanzoni con seicento posti letto e tre addetti. I bagni sono in condizioni inagibili. C’è una puzza e uno sporco che non ci si immagina. E si rischia di venir picchiati». Meglio il portico di Santa Radegonda, molto meglio.

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