Andrea Cuomo
Pochi vini italiani sono tanti antichi e tanto contemporanei quanto il Nero dAvola. E poche aziende lavorano su questo vino con limpegno e la correttezza filologica di Gulfi. Azienda che, partita a metà degli anni Novanta dallamore dellimprenditore Vito Catania per la sua terra, in pochi anni si è meritata una notevole reputazione nel panorama enologico siciliano, che pur non manca di fuoriclasse. Merito di una meticolosa ricerca storica e viticola condotta dallo stesso Catania in collaborazione con lenologo Salvo Foti per individuare i terreni più adatti alla viticultura. Oggi lazienda Gulfi ha unestensione di circa 100 ettari di terreno vitato, tra Chiaramonte Gulfi, nella zona doc Cerasuolo di Vittoria, dove oltre al Nero dAvola vengono coltivati il Frappato di Vittoria e alcuni vitigni a bacca bianca (Albanello, Carricante, Moscatello), e Pachino, dove sono stati individuati alcuni «cru» davvero speciali (Buffaleffi, Maccari, Archi, Baroni, San Lorenzo).
Il catalogo Gulfi comprende otto etichette, due di bianco e sei di rosso. Questi ultimi sono tutti Nero dAvola in purezza, ognuno espressione del «terroir» di una diversa contrada. Difficile scegliere tra cotanto senno. Noi azzardiamo e confessiamo la nostra preferenza per il Nerobufaleffj: il «cru» forse più potente, più elegante, quello che lancia la sfida più ambiziosa a Sua Maestà il Tempo. Un gioiello prodotto in sole 8mila bottiglie (come del resto molte altre etichette Gulfi), da cercare con cura. Ottimi anche il Nerosanlorenzj, dalle caratteristiche floreali e caldissime. Un passo indietro a nostro giudizio, ma ben dentro la soglia delleccellenza, il Neromàccari, di notevole complessità, il Nerobaronj, campione di questa tipologia e il Nerojbleo, che, pur meno ambizioso dei fratelli maggiori, è un po lambasciatore dei vini Gulfi per più basso prezzo e più agevole reperibilità.
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