«Gusto» oggi assaggia la Liguria

«Gusto» oggi assaggia la Liguria

Maria Vittoria Cascino

Un «Gusto» tutto di Liguria. La rubrica enogastronomica, in onda tutti giorni al termine del Tg5 delle 13, oggi fa tappa a Portovenere. Che diventa location azzeccata per raccontare piatti tipici abbinati a vini doc, profumati dal mare aspro che risacca sotto il castello medievale dei Doria. Dal salone Ipostile dell'antica magione sarà il sommelier Antonello Maietta a infilare un piatto dentro l'altro. A tratteggiare la farinata vicino alla focaccia ligure. A stuzzicare il palato con muscoli alla marinara e trenette al pesto , croxetti e trofie. A raccontare come si esalta il sapore delle acciughe sotto sale con il bicchiere di vino giusto. E poi via con il San Ste', il formaggio di Varese Ligure e il salame di Sant'Olcese. Non mancano pandolce, canestrelli, i biscotti del lagaccio e gli amaretti di Sassello.
E poi c'è Maietta che la sa lunga sui vini, che tra un Pigato e un Vermentino Colli di Luni, un Cinque Terre e uno Sciacchetrà t'incanta gusto e olfatto neanche te li passasse sotto il naso. «Questa è un'eccezione - racconta il sommelier, che è uno dei cinque collaboratori della rubrica - Visto che sono a casa mia anziché scrivere i testi e basta, ho preferito raccontarli in diretta». Perché Maietta, classe 1960, è di Portovenere. Ha vent'anni quando entra nell'Associazione Italiana Sommelier di cui oggi è il più giovane del consiglio nazionale. «I miei avevano un ristorante, io studiavo all'università e mi dilettavo ad assaggiare vini». Nel '90 è primo sommelier d'Italia. Nel '93 è alla «Grande sfida» di Gerry Scotti, dove sbaraglia gli altri concorrenti riconoscendo marchio, provenienza e gradazione di ben dieci tipi di champagne. Nel 2001 il prestigioso incarico di mescere vini al banchetto dei vertici del G8 a Palazzo Ducale. «Ma i signori hanno bevuto pochissimo» ricorda con rammarico Maietta. Entra nello staff di "Gusto" e va in giro per l'Italia a raccontare la cultura che resta attaccata a vini e piatti della tradizione. «Portovenere oggi sta a rappresentare la Liguria - insiste Maietta - C'è la storia, la roccia che si butta nel mare, il carattere di questa terra lunga e stretta». Maietta predica bene e razzola altrettanto, perché è uno dei titolari alla Spezia di Antichi Sapori Liguri, un piccolo consorzio di produttori di specialità artigianali. È l'approccio trasversale che segue poi la via del vino, che lo porta a fare corsi di sommelier anche all'estero: «Dopo Lussemburgo e Germania, la prossima settimana sarò a Los Angeles per raccontare il vino italiano a 25 nostri connazionali. Gli importatori sono contenti».

Poi spezza una lancia per i locali: «Vitigni come Pigato, Bosco, Albarola, Bianchetta del Tigullio, li abbiamo solo in Liguria, anche se il limite è la quantità modesta. C'è poi un ricambio generazionale nei produttori. Che hanno capito la necessità di proporre sul altri mercati l'unicità dei loro vini».

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