Parte il fondo delle infrastrutture, tanto voluto da governo e Fondazione Cariplo e con la prospettiva di raccogliere due miliardi di euro. Ma non tutti ci stanno. «Lannuncio è stato dato quando ha deciso la Cariplo, nei suoi uffici - dice un investitore che ha preferito rimanere fuori dalla partita - e la sede legale della società che gestirà il fondo è sempre in casa Cariplo. Il gran cerimoniere si chiama Giuseppe Guzzetti, e per quanto riguarda la struttura di vertice, tutto era già stato deciso a Roma dal governo. Non è una buona premessa per fare lo sleeping partner». A ciò si aggiunga che per strada, anche se verrà recuperato nel finanziamento del fondo, Guzzetti si è perso la Compagnia SanPaolo, che nelle settimane scorse dava invece per acquisita. Anche in virtù della condivisione di un prossimo patto che guiderà la superbanca Intesa-Sanpaolo.
Allatto costitutivo della Sgr erano invece presenti la Cassa Depositi e Prestiti, Unicredit, Banca Intesa, Lehman Brothers e in unaltra banca estera (con ogni probabilità Goldman Sachs) come sponsor primari; ognuno dei quali con un gettone di 150 milioni di euro. Altri 300 milioni sono, invece, assicurati da Fondazione Cariplo, Mps, Crt, Carisbo, Padova e Rovigo insieme alle Casse di previdenza professionali.
Ma dicevamo che fanno più clamore le illustri assenze. Oltre a quella dellEnte guidato da Franzo Grande Stevens, manca allappello unaltra delle cinque grandi Fondazioni italiane. Come anticipato dal Giornale, alla fine si è sfilata la Fondazione veronese, grande azionista dellUnicredit, guidata da Paolo Biasi. A differenza dei torinesi, da Verona per il momento non è arrivato neanche un impegno di massima per il finanziamento del fondo.
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