Guzzetti smorza gli entusiasmi su CapIntesa

«Bazoli ha già detto che non ci sarà offerta. E così sarà»

Pierluigi Bonora

da Milano

«È una balla, quella riunione non ci sarà, perché su Capitalia non esiste nulla, anzi mettiamola così: non se n’è mai parlato negli organi di Banca Intesa». Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo, mette la parola fine (per il momento) a ogni ipotesi di Opa ostile del gruppo bancario lombardo nei confronti di Capitalia. Indiscrezioni alimentate dalle recenti uscite di Corrado Passera (che si diceva possibilista riguardo alle Opa ostili) davano infatti per possibile un’offensiva di Intesa sull’istituto capitolino e di una riunione convocata martedì con Crédit Agricole, primo azionista con il 17,7% della banca guidata da Passera.
Guzzetti, nella conferenza stampa seguita al congresso dell’Acri, di cui è presidente, ha così gettato acqua sul fuoco. La Fondazione Cariplo detiene nel proprio portafoglio una partecipazione rilevante di Banca Intesa, cioè il 9%, e arriva subito dopo l’Agricole.
«Se Giovanni Bazoli (numero uno di Intesa, ndr) ha detto che non ci sarà Opa ostile, così sarà. Il presidente quando dice le cose le fa, non è uno venuto giù con la piena, ma un uomo con una lunga storia alle spalle», ha precisato in maniera netta Guzzetti. A questo punto l’ipotesi di una aggregazione tra Intesa e Capitalia sembra allontanarsi di nuovo. Sull’altro fronte azioniario, quello di Capitalia, eventuali novità sembrano al momento escluse. Sarà necessario attendere ottobre, quando il maggior azionista, Abn Amro, dovrà scegliere se restare nel patto di Capitalia con il 7,7%, uscire, oppure incrementare la propria quota. È da registrare, inoltre, la dichiarazione di Emmanuele Emanuele, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Roma, a proposito del fatto di non avere ricevuto inviti a entrare nel patto di sindacato che governa il 30% circa di Capitalia. «Ci vuole qualcuno - ha dichiarato - che inviti, nessuno mi ha invitato. In quel caso valuteremo».
Resta tuttavia sullo sfondo la mossa decisa dal consiglio di amministrazione romano, quella cioè di trasferire in una sub-holding, Capitalia Partecipazioni, le quote in Mediobanca, Rcs, Gemina, Assicurazioni Generali e tutte quelle partecipazioni strategiche che attualmente sono nel portafoglio della capogruppo. E anche se da più parti si esclude che l’operazione, peraltro già prevista dal piano industriale, sia in qualche modo collegabile con eventuali attacchi non graditi, negli ambienti finanziari i dubbi non mancano. C’è poi anche chi ipotizza che la stessa Capitalia si stia guardando intorno, in Italia ma soprattutto all’estero. L’amministratore delegato Matteo Arpe ha sottolineato qualche giorno fa che «ci sono diverse ipotesi di aggregazioni. E che le aggregazioni prima si fanno, poi si dicono».

Sul tema è intervenuto anche il presidente di Capitalia, Cesare Geronzi: «Le concentrazioni, cross border o esclusivamente interne ai nostri confini sono questioni impegnative e di grande, in alcuni casi direi anche scottante attualità».
Moody’s, intanto, ha messo sotto osservazione per un possibile upgrade il rating di Intesa sul debito a lungo termine e sui depositi «A1» e quello sulla forza finanziaria «B-».

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