Bruno De Prato
da Mandello del Lario (Lecco)
Il nuovo management di Moto Guzzi ha dato massima priorità alla messa in produzione di quello che, dopo unampia prova su un percorso vario e impegnativo sulle strade che da Lecco salgono ai retrostanti passi alpini, non esitiamo a definire il modello più affascinante della gamma attuale. E anche quello dalla personalità estetica più intrigante, più forte e netta: Griso 1100.
Sulle piacevolezze del progetto stilistico diremo solo che la versione definitiva ora in produzione è ancora più bella e grintosa del prototipo, e non è un merito da poco, visto che accade quasi sempre che un design estremo venga annacquato per la produzione. I tratti di design che avevano fatto del prototipo uno dei protagonisti di tutti i Saloni in cui è stato presentato sono rimasti: dal telaio a quello scarico esagerato al profilo tagliente del serbatoio, sono stati corretti solo alcuni eccessi che rischiavano di rendere poco funzionale la moto. Ma è sui pregi prestazionali di Guzzi Griso 1100 che vogliamo focalizzare la cronaca del primo incontro con questa «nuda» dalla personalità fortissima e dalle molte sfaccettature.
Griso 1100, infatti, non è solo bella e originale come certe special da sola esibizione. È soprattutto una Moto Guzzi che rinnova la migliore tradizione della casa di Mandello in materia di vero piacere di andare in moto e delle genuine emozioni che ne debbono derivare, in piena sicurezza. Griso 1100 nasce dallo stesso propulsore che equipaggia la Breva 1100 da Gran Turismo, ma tanto il suo sistema di aspirazione quanto quello di scarico realizzano una efficienza volumetria superiore praticamente a tutti i regimi, per cui il maestoso bicilindrico qui appare più generoso e pronto nella risposta in potenza a tutti i regimi (grazie anche a una rapportatura del cambio leggermente più corta e agile). Ma è soprattutto lallungo oltre il regime di potenza massima che appare nettamente più generoso e, anche se la potenza rimane invariata a 89 cv, la sensazione è di avere a che fare con un propulsore più vigoroso. E questo aggiunge ulteriore piacere alla guida di una moto che fa dellagilità, della neutralità e precisione di risposta allo sterzo, della stabilità e della tenuta il suo punto di forza rispetto a tutta la più qualificata concorrenza nel settore. Griso si è rivelata una moto emozionante per la naturalezza con cui esegue i comandi del pilota senza mai metterlo in imbarazzo, senza mai mettere in mostra limiti di controllabilità o, tanto meno, di sicurezza. La ciclistica ha mostrato un tale livello di competenza da rendere agevolmente dominabile tutta la potenza e, soprattutto, tutta la poderosa coppia del propulsore.
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